Dovete ancora spiegarmela maledetti canzonieri e cantastorie
questa vostra morbosa attenzione verso la primavera. Si tappa il naso, il polline è ovunque e
questi sbalzi climatici mi fanno venire voglia di dormire, o in alternativa di
stare a guardare il soffitto o in alternativa di guardare serie tv CHE SONO
ANCHE TUTTE FINITE. Bisogna fare il
cambio di stagione, che non piace a nessuno, per sfoderare le canottierine che
non si è più abituati a mettersi. Bisogna ricominciare ad andare dall’estetista
e sentire le chiacchiere che non ti va di ascoltare, ed uscire da lì con l’olio
per levare la cera sulle gambe. Che poi comunque ti devi fare le doccia quando
torni a casa. Che poi dall’estetista ci sono andata 3 volte in vita mia. Non mi
interessa cosa dicono gli uomini. Ho pochi peli, e le lamette costano poco e
almeno sono silenziose. E se proprio piace la primavera perché porta nuove
conquiste e nuovi amori allora mi viene da chiedermi,e la domanda sorge
spontanea, ma d’inverno la gente non scopa? e poi dovrò levare il piumino o
aprire la finestra? Devo uscire in felpa o la giacca me la porto? Posso continuare
a mettermi i calzini e a mangiare la carbonara o sono troppo pesanti entrambi? Devo
sfoggiare i miei occhiali da sole? Andare in bicicletta? E soprattutto voi non
vi sentite vecchi tirando fuori dalla scatola i vostri sandali birkestock? Non avete
la sensazione nel farlo di essere fuori tempo massimo? Il sudore sul collo, le
prime bolle sulle mani (che vengono e non fate finta di no), le prime zanzare,
quella cosa che ti brucia dentro pensando che sta arrivando l’estate e che non
hai una lira per andare alla Maldive, anche se da settembre dici “metterò da
parte 50 euro al mese e andrò a cacare tutta l’estate”. Ancora devo leggere i
libri che ho comprato per l’estate scorsa e sta già arrivando? Dammi altro tempo
tempo ti prego. Non sono pronta ad avere cali di pressione a sfidare le leggi
della fisica per andare a stendere le lenzuola a mezzogiorno nel terrazzo
condominiale, non sono pronta ai gabbiani, alle api che si avvicinano alla mia
birra, alla condensa sopra l’asfalto, ai vecchietti che muoiono di caldo, agli
esodi, all’a24 intasata, ai cani abbandonati, alle pezze sotto le ascelle, ai
ventilatori che mi costringono a pulire la camera per la troppa polvere, ai
rullini da 100 iso, all’estatè, alle gratta checche, agli schiuma party, a quel
cojone che so 10 anni che gira per Trastevere con la scatola per le offerte dei
100 giorni , che cazzo! Come dice mia sorella, c’è una discreta possibilità che
non riesca a diplomarsi, ma la verità non la si saprà mai. E poi c’è il cazzo
di bartezaghi, che non riesco mai a finire, ed ogni volta mi viene da
imboccargli a casa e bruciargli tutti i libri e tagliargli il filo eterneth e
fargli venire voglia di fare l’asceta con le due erudizioni del cazzo. Ma se
proprio sono triste, se proprio questa primavera mi sta facendo impazzire nell’attesa
dell’estate vado in terrazza, con una birra fredda e un bel libro e aspetto che
passa la sentinella del carcere. Passa ogni due minuti. Se ne sta lì con il suo
mitra, tutto bardato e coperto da antiproiettili con gli occhiali da sole
credendosi Robocop e mi compiaccio, perché lui sta peggio di me. E i primi
caldi lo fanno impazzire, più di me. Ad agosto, a mezzogiorno, tornerò, caro
carceriere, mangiandomi un fior di fragola e con una pompa di acqua gelata e
riderò di te che starai sudando sotto 20 kili di tessuto. Questa era cattiva. O
forse no. Posso fare di meglio. DOVE SEI MALEDETTA LORETTA GOCCI CHE DICI SOLO
VERITà? DOVE SEI? Mangiamoci un fior di fragola insieme e raccontami perché hai
detto quella cosa, perché hai cantato quella canzone che mi assilla da giorni? Hai
mai trovato un risposta a quella domanda? Che fretta c’era? Che fretta c’era?