Ognuno
ha dei propri schemi per valutare la gente. Io ne ho tre: o sei de
core, o sei de testa o sei de panza. Se sei di testa sei
prevalentemente un crepuscolare che porta a casa una sensazione e ci
gioca a scacchi per capire le sue prossime mosse. Se sei di cuore sei
una persona bonacciona che a casa ci torna con dei pensieri a
bagaglio che non lo abbandonano. Questi pensieri di solito sono
dettati da degli stilemi generazionali. Ogni generazione ha la sua.
Le persone di core della mia generazione sono persone che vorrebbero
fare qualcosa in qualsiasi situazione ma che in qualche modo, per
qualche ragione, non ci riescono. Il core della mia generazione è
debole, questo è da ammettere.
Se
sei una persona di panza manco ci torni a casa e lasci tutto al
giorno dopo, come se non ci fosse un domani. Come se non ci fosse una
panza. Amen.
La
differenza fra queste persone si percepisce in 20 secondi. I 20
secondi che fanno la differenza della vita. Non so chi, non so in
quale situazione disse “se lo fai lo fai in 20 secondi bene,
altrimenti non lo farai mai”. Ed io a questa cosa mi ci sono
appiccicata come una magnete di Roma per gli Americani sul frigo.
L'unica persona che abbia mai amato in vita mia l'ho amato nei primi
20 secondi, gliel'ho detto nei primi 20 secondi e non ho accettato un
no come risposta per più di 20 secondi. L'unica volta che ho avuto
un dubbio l'ho avuto per meno di 20 secondi. L'istinto è una bestia
che andrebbe uccisa nei primi 20 secondi di vita. Se non ci si riesce
si è de panza. Forse de core, ma mal riusciti. Ma quanto sarebbe
bello essere una persona di core? O meglio ancora de testa? È un po'
come tutte le cose. Certo, la mia vita sarebbe migliore se fossi alta
magra e bionda, e magari coi capelli ricci. Quanto sarei fika? E
meglio ancora, se non dicessi sempre tutto quello che mi passa per la
testa. I miei freni inibitori hanno fatto sciopero insieme ai
minatori della Thatcher nell'86. Purtroppo devi prendere e portare a
casa quello che hai. Stacce. Ma facciamoli questi esempi pratici:
- situazione tipo: sei con lui o lei che ti piace, ma non sai se piaci a lui o a lei. Probabilmente no, ma comunque te la puoi giocà. Lei o lui ti da quel segnale. Un segnale irrilevante, tipo “accompagnami a comprare le sigarette” di per se innocuo,ma ti fomenti. Ti emozioni. Conversazione tipo quando siete soli“domenica che fai?”
- persona di testa. Risposta (ci pensi 20 secondi) “probabilmente starò con te”. Bello. Deciso. Reale. Come andrebbe fatto. Ridi, e compri le sigarette e lanci lì il sasso senza neanche tanto nascondere la mano. Fai quello sguardo fiko che ti sei provato allo specchio molte volte. Forse ce pii pure.
- persona de core. Risposta (ci pensi 20 secondi). “boh tu?” vago, poco diretto non lanci il sasso e probabilmente ti annoierai da questo punto della conversazione in poi. Ascolti i programmi dell'altro dopo altri venti secondi pensi che te la potevi giocare meglio, ma comunque hai fatto quello che diplomaticamente non ti scompone.
- Persona de panza. Risposta (senza pensarci manco un nanosecondo) “ma magari chi c'ha n'occhio domenica” e poi inciampi su quel sasso che dalla mano ti è cascato facendoti caracollare. Compri le sigarette, rosichi per il tuo essere inutile e poi dici qualcosa tipo “queste scarpe nuove sono difficilmente controllabili”. E la magia fino allora immaginata diventa automaticamente realtà e muori dentro. Piano piano.
Che
ho fatto un esempio stupido è ovvio. Ho sempre pensato che di panza
se viveva meglio. Se solo ci avessi pensato 20 secondi a tutte le
cose della mia vita probabilmente oggi avrei pubblicato 15 romanzi,
avrei 2 lauree e mi sarei diplomata al conservatorio. Nessuno mi
poteva dire nulla. Eppure la mia panza mi ha portato ad amare in un
modo che de core e de testa nessuno ama. E non rimpiango un solo
minuto. Non esiste una conclusione diplomatica ad un pensiero. Ma ci
sono solo 20 secondi che distinguono me e altri milioni di persone.
20 secondi. In ogni cosa. Si possono contare. Ma io in questi venti
secondi in cui tu, lettore, hai contato, non ho pensato assolutamente
a nulla ed ho continuato a scrivere, cazzate. Certo, sono tutti
capaci di dire “controllati, prenditi quei 20 secondi per
pensarci”. Per me non è così. Se solo potessi controllarmi, lo
farei. Se solo potessi essere migliore lo sarei (sto sbagliando tutti
i verbi forse, ma d'altronde chi ci pensa ai verbi per più di 20
secondi?). Ma so che quei 20 secondi fanno la differenza, che dico le
cose a sproposito, che faccio la cosa sbagliata, che amo allo stesso
modo e forse di più, di quelli che ci pensano. Che io sono così non
ci devo pensare per più di 20 secondi. Mi dispiace, ma so di avere
quei venti secondi di vantaggio. Sono una tartaruga che corre con le
lepri. Sono una bussola senza nord, senza magnete. Sono il letto che
ti lascia scoperti i piedi. Sono felicemente senza quei 20 secondi
che fanno la differenza, a volta rosiko, a volte li faccio miei. Ma
sono certa che per quei venti secondi, pure se inciampo, pure se
faccio la goffa, pure se dico cose senza senso, per almeno 20 secondi
sono stata de panza. Ed è la sensazione più stupida ma al contempo
più liberatoria mai esistita.
Nessun commento:
Posta un commento