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domenica 4 dicembre 2011

passa to X

ci siamo fermati nel raccontare la nostra vita solo al liceo. è abbastanza evidente che di lì ad ora non siamo poi così tanto cambiati, se non con qualche centinaia di vizi in più. se al liceo eravamo convinti di essere dei disadattati all'università ci siamo cuciti questa definizione addosso, ineluttabile verità ben lontana dalla specialità. correva l'anno accademico 2006-2007 quando ci siamo recati con il bel pulmino giallo e il panino avvolto nella carta argentata felicemente incuriositi all'università. già dalle due possibili scelte avremmo dovuto capire che la bipolarità avrebbe accompagnato la nostra vita; perchè o era lettere o era astrofisica. eravamo ancora brillanti ai tempi e pieni di speranza quindi scegliemmo astrofisica. ed eccoli lì tutti ben schierati quei meravigliosi soldatini che si credono dei geni solo perchè hanno letto la biografia di Nikola Tesla o perchè pensano di poter avere un'illuminazione geniale come quella che fece Newton quando gli cadde la famosa mela in testa. tornando indietro nel tempo saremmo dovuti andare a sussurrare nelle orecchie di ognuno di questi quattrocchi "etrom etrom etrom" per farli spaventare dal ditino. ma ahimè non lo facemmo (si può dire facemmo? ecco perchè era meglio lettere). oh. niente matita niente quaderno perchè noi siamo bravi, e perchè eravamo convinti di essere speciali eppure passarono solo 5 minuti della prima lezione (quelli in cui si spiega che libro comprare e che il prof si chiama tal-de-mali) quando smettemmo di capire di che cazzo stava parlando il prof. ed eccola là quella sensazione ricorrente. come quando siamo cascati nel pieno della piazza del nostro paese durante un funerale ed abbiamo bestemmiato, come quando abbiamo detto troia alla professoressa madrelingua di inglese e lei non capì, e noi non sapevamo dirlo in inglese. come quando un  parente ti fa sempre lo stesso regalo, da 15 anni e tu non ce la fai più a sorridere mestamente. come quando a letto ti dicono "sei la seconda migliore scopata della mia vita" e tu ti offendi. come quando da piccolo hai tirato un orecchino a duna bimba e dopo aver visto tanto sangue gli hai detto "smettila che sennò mi metto a piangere". come quando l'uomo della tua vita ti dice andiamoci a prendere un caffè e tu pensando di fare la simpatica gli dici "non bevo caffè" e senza avere il tempo di spiegarti lui se ne va dispiaciuto. come quando hai detto ai tuoi genitori che avevi fatto sesso e loro ti hanno chiesto "con quanti?" ed infine come quando ti chiedono la tua musica preferita e tu dici quella dei carillion e tutti ridono, ma tu non scherzavi. ecco, non proprio degli sfigati ma giù di lì. ma la cosa migliore è che mentre tu ti convinci di essere più disadattato che speciale arriva sempre qualcuno che ti da una pacca sulla spalle e ti dice "eh già" l'unica differenza dall'inizio dell'università è che ora siamo noi a mettere la mano sulla spalle, e siamo sempre noi a convivere con quella sensazione che ormai è diventata amica. la condizione del disadattato è un mestiere, e diventiamo sempre più bravi.

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