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venerdì 28 ottobre 2011
mANI aVANTI
tempo fa davanti ad un bichiere di vino ci è stato chiesto il perchè scrivessimo di personaggi morti o di personaggi in generale. riflettendoci abbiamo decretato che in fondo non lo sappiamo manco noi. o forse ne abbiamo una lontana idea. perchè ci piace mettere le mani avanti. perchè se un giorno Dio, Zeus, Batman, budda o Elvis farà in modo di farci uscire del talento e di usare questo talento per fare qualcosa come, che so, scrivere un libro o incidere un disco, o farci diventare come John Dillinger o meglio ancora come Francesco Malcom (se non sapete chi sia andate a cercarvelo, ma evitate di farlo davanti a dei minori) insomma per riassumere se Dio ci permetterà di diventare famosi, o meglio, di poter fare quello che ci piace fare allora noi vogliamo essere come questi personaggi da noi descritti. non per forza brutti gobbi come Jack o noiosi come Il Manzo, però vorremo avere una particolarità tipo "ah si quello gobbo" o anche "a che du cojoni sto renzo e che cacacazzi sta lucia" qualcosa per cui la gente ci ricordi. lasciare quel fottutissimo palmo sul cemento. ora non abbiamo abbastanza ambizione per puntare il faretto così in alto. sappiamo per certo che non potremmo mai valere manco l'unghia incarnita di uno dei due (pessimismo cosmico?) ma la realtà è che basterebbe solo una persona che scriva di noi. solo una. noi abbiamo dato voce a questo intimo desiderio immedesimandoci troppo nei desideri,ipotetici, di loro due. e cmq siamo persone che non essendo laureate nè competenti, non avendo pretese di alcun tipo, hanno scritto di uomini vissuti più di 100 anni fa. e secondo noi gli fa piacere.
JACK NEL GRUPPO NON C'è MAI ENTRATO
Era il 1798 quando egli usci dalle cosce della madre urlante. “povera” pensò subito “appena nato e già causo dolori inimmaginabili”. Questo suo primo pensiero lo caratterizzò per tutta la sua vita e anzi, parlando di pensieri, ne fece ben altri molto più negativi. Ma diciamo che nella vita capita a tutti di essere un po’ pessimisti ogni tanto, ci sono dei periodi, giorni in cui un piccione ti caga in faccia e giorni, periodi in cui si trova un portafogli pieno per terra; giorni in cui hai voglia di uscire e bere in allegria e giorni in cui bevi a casa da solo con la cornetta alzata per non farti trovare. Insomma avete capito. Ma torniamo al nostro amico. Nasce e cresce in un paesino dove manco nel 1970 si conosceva l’esistenza della corrente alternata e di Edison e Tesla. Figuratevi nel 1800, quando Edison ancora doveva nascere. Quindi candele. Il nostro caro amico, che noi chiameremo affettuosamente Jack crescendo è spesso costretto a casa dalla sua salute molto cagionevole. D’altronde se vieni al mondo pensando di aver sbagliato qualcosa sicuramente non te la vivi bene. Quindi Jack decidi di rifugiarsi sempre più spesso nella biblioteca del babbo. A 4 anni già leggeva ed al padre non gli pareva vero, tanto che , anche quelle rare volte in cui stava meglio e voleva andare a giocare con i mocciolosi analfabeti del suo isolatissimo rione, il padre gli negava questo piacere, definendolo superiore. “i tuoi amici sono qui, troverai sempre conforto qui. Studia” quindi vai giù con la filosofia, la letteratura latina e greca, oltre alla grammatica e soprattutto la teologia. La mammetta di jack era talmente tanto religiosa da essersi addirittura sposata un parente, padre di jack, senza sapere, ahimè allora ancora non è che si sapeva più di tanto di genetica, che probabilmente è stato questo rapporto incestuoso a causare tutti cazzi che Jack dovrà affrontare in età più avanzata. Quando si dice una donna casa e chiesa. La mammetta di Jack era un po’ stronza. Diciamo che passava più tempo a cercare di vedere sotto al lenzuolino scarno davanti al pube del signore piuttosto che a casa, a badare a 10 figli. Che percarità, magari era già una donna moderna, ma cmq non mi sorprende che il povero Jack sia venuto così. Manco un abbraccio dico io. Dopo aver studiato con due gesuiti e innumerevoli abati, alla veneranda età di 17 anni, dopo aver scritto e scritto cosette niente male, inizia veramente ad accusare la mancanza della mammetta e quindi ne trova una più bella, più pura, che non l’avrebbe mai abbandonata. Madre Natura, bella alta statuaria, la donna perfetta e si, se ne innamora. In tutto ciò gli spunta la gobba e inizia a non vedere più tanto bene. Inizia ad accorgersi, e non perché prima non lo era, di essere veramente un emarginato, uno sfigato. Un disadattato. Quindi dice, vabbè mo mi cerco degli amici. E così fù. Tanta corrispondenza, tanti inviti per il mondo vero. Parigi, Napoli, Roma Londra ecc ecc. ed eccoli lì i primi moti di ribellione. Bello, Jack inizia a tirare fuori i cojoni. Che poi io mi sono sempre chiesta : ma tutto questo pessimismo cosmico, quando è nato? Quand’è che si è rotto le palle di stare dietro alla vita? Perché ecco, per come la vedo io non era poi così tanto pessimista. Si certo a un certo punto si incazza da morire con Madre Natura e quindi incita le popolazioni del mondo a combattere la tirannia della Natura (sua mamma adottiva, pensa che sofferenza). Ma voglio anche dire: grazie al cazzo. Gobbissimo, Nasone, Cieco, Pelato, artrite, salute cagionevole, probabile impotenza (mia teoria, d’altronde non ci vuole una scienza a capire che se hai problemi con tutte e due le madri do vai?), insicurezza cronica MA NONSTANTE TUTTO lui, Caro Jack Infinito Ermo Colle, ancora ci sperava, ancora guardava fuori dalla finestra e facevo lo zozzone (fantasiosamente) con le pastorelle di fuori. Scriveva di amore, voleva viaggiare è solo che rosicava perché era brutto e malato. È stato lui ad inventare il romanticismo viscerale e malsano (chi ce crede ancora che è stato Alessandro manzoni? Dai, fate i seri) ePpure anche l’artefice del più grande pessimismo mai raccontato nella storia della letteratura italiana. Qualcosa non torna. Ed io continuerò a sostenere che Giacomo Leopardi a.k.a Jack Ermo Colle non era pessimista è solo che a una certo punto s’è incazzato ed ha smesso di stare a presso a questo mondo. Ci potete stà.
domenica 23 ottobre 2011
Gino & Pino
Gino & Pino si conoscono dai tempi del liceo. Ogni settimana decidono di vedersi per ricordare i tempi andati. Sono migliori amici ma entrambi hanno altro a cui pensare. Gino è sposato ed ha una figlia. Lavora 10 ore al giorno ed il sabato va a giocare a tennis con l’impiegato del mese. Di solito perde, ma quando riesce a vincere si abbandona con più gioia tra le braccia della moglie nel loro solito rito sessuale del sabato sera, quando la baby sitter è dillà a far vedere dei film della disney alla figlia. Si sveglia tutti i giorni alle 6.30 . si rade tutti i giorni, due docce al giorno, regolarità intestinale e beve 4 caffè, mai di più, al dì. A lavoro è preso in giro, ma lui crede di esser benvoluto, quindi si sente a casa e si impegna moltissimo in quello che fa. Al liceo era già fidanzato con la sua futura sposa, ed è stata l’unica e sola donna nella sua vita. Il suo momento di altà felicità consiste in tre cose : il sesso il sabato sera, il cliente contento il venerdì pomeriggio e le uscite con Pino la domenica dopo la partita. La sua può sembrare una vita semplice, ma mantenere abitudini e regolarità è in assoluto la cosa più difficile al mondo, soprattutto dal punto di vista dei disadattati. Gino è laureato a pieni voti, ha studiato con i migliori professori del paese e nel complesso se la passa proprio bene economicamente. Ha una casa di proprietà in città, una in campagna, due macchine un motorino ed un week end ogni 4 mesi va a visitare un città europee con la sua famiglia. Ha dei soldi da parte ed un fondo per la sua bambina. Si sente felice, anche se quel senso di inquietudine ogni tanto riaffiora e l’unica persona che riesce ad allontanarlo è Pino.
Pino, come Gino, ha 36 anni ed è giovane. Vive da sua madre che prepara delle lasagne indimenticabili, lavora come tecnico informatico a domicilio ed arriva, vivendo a casa, a stento a fine mese. Il suo è un lavoro poco impegnativo.Il sabato sera , insieme alla domenica pomeriggio con Gino, si sente felice. Ogni vizio che nella storia dell’umanità sia mai stato registrato ha trovato suo pieno sfogo in Pino. È ninfomane, deve andare a letto con più donne possibili, ne riesce a trovare ovunque, essendo di bell’aspetto e molto affascinante è corteggiato dalle giovani e dalle donne mature. Il suo alone di uomo del mistero riesce addirittura ad attirare uomini di un certo calibro. La sua idraulica, nonostante la vita che faccia è molto funzionante ed ha la ferocia sessuale di un ventenne. Beve al mattino e alla sera, il suo miglior compagno di vita è il fiasco, non nel senso di fallimentare ma nel senso di fiasco, damigiana, otre. Chiamatelo come vi pare. È originario di quei paesi che prima ancora di saper leggere ti insegnano a tenere con dignità una tanica di vino. A volte si droga, quando incontra qualcuno che lo fa, si fa trascinare pensando che dire di no è scortese. I suoi sogni, se mai li ha avuti, sono andati perduti. Ma per lui non è un problema riesce ancora a divertirsi, riesce con il minimo sforzo a mantenersi in piedi. Gino è il suo angelo custode, come lui per Gino è il diavolo tentatore. Insieme si compensano, si mantengono in equilibrio. Entrambi provano un senso di felicità ad immaginarsi nei panni dell’altro, anche solo per un giorno.
Abbiamo descritto queste due personalità, realmente esistenti da qualche parte, solo per arrivare ad un concetto che vi farà meglio capire l’indole intrinseca di Fuckyoulove. Noi siamo Nino, un soggetto esattamente a metà fra Gino&Pino. Nino, non è bipolare, ne soffre di sdoppiamento di personalità (ci siamo fatti controllare da più persone competenti). Riesce Nino a comprendere sempre ed in ogni situazione la seconda faccia della medaglia. Nino è sposato ed è felice, riesce ad amare solo quella persona, vuole con tutto se stesso quella persona, eppure ogni tanto, diventa Pino, il desiderio lo paralizza. Nino ha un lavoro monotono , fisso, a quelle ore in quel posto su quella scrivania, eppure sogna, sotto sotto, di stare in mezzo alla gente, di essere il capo di se stesso, di non avere Padroni. Nino sa perfettamente che il suo stile di vita può nuocere al suo intelletto e quindi anche se beve e si droga, il giorno dopo va a giocare a tennis con l’impiegato del mese. Eccola finalmente la vera natura del disadattato. Per definizione il disadattato è colui che non si sente mai a casa. Ma Noi, NINo, una casa ce l’abbiamo e ci sentiamo anche bene dentro questa. Cosa succede se contemporaneamente Gino&Pino, l’angelo e il diavolo, ti parlano, ti bisbigliano nell’orecchio che quella cosa è giusta e sbagliata al contempo, se quella cosa devi farla per conoscere meglio quella parte di te e che si, devi anche soffrire il giorno dopo per averla fatta? Cosa accade dentro di te se due menti, due stereotipi, si incrociano e che ogni scelta che fai ha davanti sempre due o più strade? Cosa spinge Nino ad amare la notte e tutto quello che di malsano ella contiene, con tutti i vizi che ella sa offrirti se poi il giorno dopo devi andare a lavoro ed abbracciare quella donna e contemporaneamente desiderare di avere tutto? La botte piena e la moglie ubriaca? Nino vuole tutto, e non si accontenta. Ed ecco che col tempo si diventa dei disadattati, combattendo con ogni briciolo della propria forza fra il volere ogni cosa e sapere che non si può averla. Quel personalità vincerà? La risposta è troppo facile. Ma se hai capito il concetto allora vuol dire che c’è più Nino in te di quanto Gino&Pino.
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