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mercoledì 28 marzo 2012

Fuck You

Questo è il post che volevo scrivere da quando mi è venuta la malsana idea di diventare una blogger di quarta categoria, un post che volendo o nolendo non sono mai riuscita a scrivere. Un post negativo, fastidioso, poco risolutivo e sicuramente distruttivo. Ma che cazzo ci volete fare? D’altronde se nessuno me lo da lo spazio me lo prendo da sola. Post deliberatamente ispirato alla canzone degli Stato Sociale “mi sono rotto il cazzo” o più facilmente e popolarmente parlando  al monologo che fa Edward Dio Norton ne “la 25° ora” meglio conosciuto come “Fanculo” (fra l’altro a mio modestissimo parere una delle cose migliori cinematograficamente parlando degli ultimi 10 anni). Il fatto è che ultimamente, colpa probabile di Leopardi o dello stesso Foster Wallace da poco scoperto, mi sono riscoperta pessimista. Ma pessimista a tal punto che non solo sono sempre innamorata (“testardo” d. Silvestri) ma anche, come se non bastasse, da pensare che questo pessimismo finirà prima o poi e d’un tratto mi riscoprirò ottimista. Quindi si, questo è un post pessimista, ma non escludo a prescindere un ipotetico futuro post Ottimista, splendente, solare e quant’altro.
Ora comincio sperando che le mie parole possano essere se non capite almeno lette e immagazzinate.
Fanculo a chi se ne va dall’Italia pensando di far meglio per sé, anche giustamente d’altronde, ma comunque giustificandosi perché questo è un paese di merda. Fatti i cazzi tuoi, vattene e non parlarne male perché c’è anche da dire che se uno ha il coraggio di andarsene è perché è in gamba, e se sei in gamba e te ne vai allora si, questo diventerà a lungo andare un paese di merda ancora di più, perché quelli che potevano fare qualcosa se ne sono andati, senza lottare o lottare fantomaticamente per poi andarsene.
Fanculo a me, che ho tante cose da dire ma poi non so perché nessuno mi fa mai le domande giuste ed io, inebetita non riesco mai ad intrufolare le mie risposte geniali in discorsi generici e rimango una donna media “che aveva tanti sogni”.
Fanculo agli altolocati con i colletti bianchi che se ne stanno lì a giudicare e a puntare il dito solo perché nella vita hanno studiato e perché pensano di essersi guadagnati qualcosa, quando poi d’altronde si sa che il fato gioca scherzi malvagi a chi meno se li merita.
Fanculo anche all’America, grande patria del futuro, dove tutti realizzano i proprio sogni e poi non si sa come mai sono tutte attrici o attori.
Fanculo agli artisti che bevono Vino Buono, ma che non ci capiscono un cazzo attribuendo tutto ai francesi che pur essendo snob salutano tutti con tre bacetti invadenti che nessuno glielo ha mai chiesto. I veri espansionisti europei sono loro che invadono con la loro cultura ottocentesca che dovrebbero spiegarglielo prima o poi che è già passata eoni fa.
Fanculo alle donne che si mettono perizomi fuori dai pantaloni e poi fanno le coatte “ma che cazzo ti guardi?”, Fanculo soprattutto perché non avete capito un cazzo della femminilità e vorrei tanto vederle con i mutandoni della nonna e farsi due risate.
Fanculo agli uomini che di base sono dei superficiali ma che ogni tanto ci si sprecano anche a sembrare profondi, interessanti, artisti magari, quando si sa da un pezzo che vogliono solo scopare.
Fanculo ai vicini di casa pensionati che si permettono di umiliarti perché canti urlando dopo pranzo. Ma che cazzo di civiltà è se pagando l’affitto non posso neanche sfogare i miei nervi tesi?
Fanculo alla prima persona che ha detto “o la va o la spacca” perché evidentemente era fortunato, je annata bene come si dice a tavola fra buzzurri, perché se poco poco avesse capito che danni avrebbe potuto fare con una semplicissima affermazione fatta magari da ubriaco sicuramente avrebbe smesso di bere all’istante cucendosi la bocca con degli aghi arrugginiti.
Fanculo a chi ancora pensa che l’università sia risolutiva, sia realmente una formazione, perché senza nulla togliere agli universitari di lettere posso senza manco dubitare un secondo di aver letto più di loro (magari apprendendo meno la grammatica).
Fanculo ancora a me perché non riesco più a vedere l’oggettività delle cose e a 26 anni sono ancora dannatamente bacata sulla mia sola idea di quella cosa.
Fanculo infine all’amore, a cui tutti ambiscono, a cui tutti mirano come grande risoluzione nonostante continui imperterrito a farli soffrire. L’amore come la felicità è solo un momento a cui è giusto ambire ma con una certa moderazione, mettendo sul conto che tanto anche se da vecchi prima o poi finirà.
Fanculo soprattutto ai cartoni della Walt Disney che ci hanno fatto credere nell’esistenza di  un principe azzurro ma che poi nella vita reale se poco poco lo incontrassimo gli metteremmo un’etichetta sulla fronte con su scritto “frocio”.
Fanculo a chi ancora non mi ha fatto credere in un mondo migliore:
a Rutelli che ha giocato a “trova il buco” migliore e spingi più che puoi,
a Alemanno che  ancora peggio di Mussolini ha insultato la cultura celtica indossandone un simbolo,
a Berlusconi perché, porello, in andropausa ha voluto capire se il pisello gli si drizzasse ancora,
a tutti quelli che ancora vanno in giro dicendo “eh ma i giovani di oggi bevono e si drogano, e poi scopano a destra e a manca”. Eh no che cazzo, ma nessuno si è mai chiesto perché i giovani lo fanno? Che cazzo. Ci avete levato dal culo il futuro, ci avete proibito di diventare grandi, di diventare artisti, di sognare, di realizzarci, di anche solo giocare ad esser grandi e poi rompete pure i coglioni? Società malsana che crede tutto immotivato.
Fanculo agli psicologi che credono di essere scienziati, perché no cari miei, è tutta teoria.
Fanculo pure alla statistica, altra scienza inutile, vorrei proprio vederla la tabella che voi usate, voglio avere i nomi e i cognomi, e sopratutto  gli indirizzi dei dati Istat.
Fanculo a chi mi dà retta, perché purtroppo di pessimisti ce ne sono tanti, e in questo mondo di merda c’è bisogno di qualcuno che con il sorriso dica “ce la possiamo fare”
Fanculo ancora a me perché dico cazzate, perché non ho né i mezzi né i nervi è la cultura per dirle.
Fanculo a te che mi hai illuso.

martedì 27 marzo 2012

Il Meraviglioso mondo del lavoro

C'era una volta un'intera generazione che carcava un lavoro, tutti vivevano felici e speranzosi in attesa di un futuro migliore, bello, pieno di soldi etc etc. Un giorno però il cielo si annuvolò e dalle nuvole uscì qualcuno che si credeva Dio e disse "non c'è più lavoro" lanciando palle infuocate sulla povera generazione sgomenta. Le case bruciarono, le persone scapparono inciampando e ci fu un fuggi fuggi verso altri lidi dove il sole ancora splendeva.
"che cazzo stai a scrive?"
"eh aspetta sto per arrivare alla morale"
Non si riuscì mai a capire chi fù il responsabile ne perchè il lavoro aveva deciso di fare fagotto e di andare via, sta di fatto che molta gente di questo villaggio-generazione dovette mangiarsi le unghie, bere malto al posto dell'acqua e , i più sfortunati, affogare nel fiume Whisky poco distante.
"eh porca troia che palle"
"ma facevi così pure con tua nonna? mo ci arrivo.."
Un giorno (non si è capito bene quando) nel villaggio arrivò IL NERO che offriva lavoro a tutti, la generazione-villaggio però sentiva puzza di bruciato perchè questo misterioso personaggio aveva la faccia cattiva. Infatti quando assumeva le persone si raccomandava sempre "non avrai un cazzo di privilegio, dovrai arrivare puntuale e se mi farai incazzare torni a farti il bagno nel Whisky" e tutti lì a dire sissignore perchè non si prende anche il culo? perchè d'altronde era molto tempo che stavano tutti senza lavoro.
"non potresti evitare di parlare come come Esodo?"
"era esopo coglione, che cazzo di coscienza sei?"
 Nell'arco di poco tempo il Nero divenne ricco, aveva quell'aria di chi fuma il sigaro anche quando non fuma il sigaro, non so se ci siamo capiti. mentre il Nero si arricchiva la generazione del villaggio era sempre più stanca,fisicamente e moralmente. C'era chi si lamentava la sera alla taverna si diceva che prima pur non avendo lavoro si sperava, si credeva che un giorno ci si sarebbe trasferiti nel villaggio affianco, il villaggio terza età dove, con quella che si chiama pensione, comprarsi un pò di terra e fare un orto. C'erano anche quelli che credevano che il primo finto Dio era sul libro paga del Nero e che era tutto un sotterfugio per arricchirsi sulle spalle dei cittadini.
"ah quindi dici che si erano messi d'accordo?"
"eh certo, pensi che il finto Dio non si accorga di quanto lavoro dia il Nero senza privilegi? dice che si chiama Marchetta, o  chiudin'occhio"
"no veramente scusami se ti ho dato l'idea di interessarmene..." 
Vabbè. Fatto sta che una sera in taverna il più saggio fra gli abitanti del villaggio si alzò in piedi e disse "ma se noi domani, nessuno di noi, andasse a lavoro?" e tutti lì a pensare "ma magari ci licenziano"- "non possono licenziarci tutti" - "gli creeremmo un disagio"- "si, lavorasse da solo come uno schiavo Il nero" - "si " "ehhhh"- "fanculo" e così dicendo. insomma gli abitanti si fomentarono talmente tanto che il giorno dopo nessuno di loro andò a lavoro creando socmpiglio e paura nel Nero perchè, obbiettivamente doveva fare tutto da solo.
"senti, non sono un regazzino di due anni, puoi anche provare a spiegarti con parole tue"
"d'accordo, il punto è che se tutti quelli che lavorano in nero un giorno, un giorno in particolare, decidessere di non andare più a lavorare, ma nessuno di loro, coloro che offrono lavoro in nero dovrebbero fare tutto da loro"
"o forse assumerebbero qualche altro stronzo"
"si ma lameno lo stronzo si renderebbe conto che è solo uno stronzo e alla fine protesterebbe anche lui"
"piu che altro verrebbe preso in giro come quelli che non volevano occupare"
""dai non rubare i soldi ai ciechi"
"vabbè ma alla fine che succede nella storiella?"
"ah t'è piaiuta eh?"
"vermanete è solo che mi stavi a rompe i cojoni da du ore..."
quindi sì, il nero se ne andò e anche se non del tutto, un pezzettino di cielo sereno si vedeva.

MORALE: Chi accetta lavori in Nero, o chi non li denuncia è veramente artefice di questa merda e se un giorno sentite questa merda protestare sul "o mio dio non c'è lavoro che Italia di merda" vi prego, vi scongiuro, vi supplico DATEGLI UNO SCHIAFFO

mercoledì 21 marzo 2012

Giovani o Vecchi

Sebbene mi sembri che nella mia vita non faccia altro che ribadire quanto poi la sindrome del Peter Pan non sia poi così spregevole; sebbene continui ininterrottamente a sentirmi giovane e a fare cose da giovani, come bere fumare  e scopare come se non ci fosse un domani (e non è mai abbastanza); sebbene il lavoro fisso, nonostante i suoi ovvi privilegi, mi faccia largamente soffocare alla sola idea, motivo per il quale la mia assiduità nel cercarlo vacilla come il mare grosso; sebbene ostento la mia under trenta età; sebbene dimostri ancora sedici anni, non tanto fisicamente ma quanto emotivamente e psicologicamente se non ché disciplinatamente; sebbene le barzellette del cucciolone (perché mi piace ancora tantissimo il cucciolone nella sequenza prima lo zabaione poi infine la panna che è più buona) mi facciano ancora sganasciare dalle risate; sebbene la mia grammatica si è fermata alla pre- adolescenza visto, come voi sapete bene, non riesca ancora ad usare verbi, subordinate e quant’altro come una giovane rampolla che vuole scrivere nella vita ma bensì come un’autistica non RainMan in quarta elementare; sebbene , ahimè, la mia vita sembri un Dawson’s creek senza pippe mentali e con tanta promiscuità, e quando ci ripenso, al telefilm, non faccio altro che piegare la testa fra le spalle della serie “loro a sedici anni stavano più avanti di me a 26, ed erano pure dei coglioni”; sebbene , ed ora la smetto con i “sebbene” e metto un punto concettuale e grammaticale a questo lunghissimo ed errato monologo, mi vergogni un po’ ad ammetterlo ma le mie esigenze mamma-nanna-pappa-cacca che erano prima ora siano mamma-nanna-pappa-ficca-drinka-cacca e mi sento oltre l’oltraggio e la volgarità nel dire ciò (come in effetti manco una adolescente, ma un adolescente, ma questo, purtroppo, non mi ha mai fatto venire dubbi sulla mia eterosessualità). Punto.
il sebbene aveva un movente, non era lì messo a cazzo come faccio di solito. Il mio sebbene seguito da vari blablabla serviva solo per aprire le porte ad un mio dubbio:  siamo giovani ma…
-quand’è che abbiamo smesso di ridere senza motivo quando a teatro o al cinema un attore o un’attrice si denudavano e si vedeva il batacchio o la batacchia?
-quand’è che abbiamo deciso che far vedere le mutande con i pantaloni larghi era troppo giovane perfino per noi , o farei meglio a dire per voi perché io uso ancora questa moda?
- quand’è che abbiamo deciso che le boy band erano surclassate?
-e soprattutto quand’è che abbiamo iniziato noi a decidere cosa è di moda o cosa no?
-quand’è che ci siamo messi in circolo a dire “non vedo l’ora di crescere”?

Perché essenzialmente il problema è proprio questo: quando eravamo giovani veri non facevamo altro che voler pagare bollette e diventare astronauti magari, o addetti alle fritture da Mc’Donalds , adesso invece che non siamo ancora né carne né pesce (e chi di voi è “qualcuno” ha tutta la mia stima) siamo nella fase in cui da una parte vogliamo la pensione anticipata ed essere vecchi raccontando storie ai giovani e dall’altra, per contrasto, siamo quasi vecchi per essere veri giovani. Siamo un foto in bianco e nero con i neri troppo forti ed i bianchi cha hanno perso le particolarità. Non so se ci siamo intesi. Il contrasto è la nuova peste del secolo, la nuova fiamma che bruciò Londra. Siamo esattamente su quella linea temporale nella quale di solito o si cresce o si rimane troppo giovani. Personalmente mi sento di fare ancora un po’ l’equilibrista, sperando che però non sia troppo tardi se poi decido di cadere da una parte o dall’altra…

p.s. anche questo articolo è la dimostrazione di questo contrasto: ho iniziato molto giovane ed ho finito vecchia. Che ne sarà di me?

sabato 10 marzo 2012

GLI IMMORTALI

Forse noi di fuck you love apparteniamo più che mai ad una generazione con troppi sogni e poca realtà, o forse il contrario : abbiamo troppa realtà che per divagare un pò ci immergiamo nei sogni. fatto sta che pur avendo da tempo boicottato il romanticismo ci rimangono delle scie che difficilmente vanno via. e questo post ne è l'esempio. chi sono gli immortali? le immortali? la prima cosa a cui tutti penseranno è Gli dei, le dee. ci si avvicina molto la definizione ma è molto meno "religiosa". pultroppo avendo scelto una sola sponda sessuale come preferenza noi di fuck you love parleremo di immortali, ma lo stesso discorso vale o può valere anche per le immortali. si è disillusi, e questo è già stato detto, si è stanchi di cercare e forse per questo siamo diventati troppo selettivi ma sebbene siamo del tutto indipendenti emotivamente abbiamo bisogno di provare ogni tanto quel , come disse Carrie Bradshow (non so se si scrive così), tsa-tsa-tsu nello stomaco. lo "sfarfallio" si potrebbe più paganamente definire. Dopo innumerevoli tentativi di innamoramento, alcuni finiti bene altri finiti malissimo, dopo varie occassioni di sesso occasionale, dopo incancolabili finti Sfarfallii ci ritroviamo spesso ad essere insoddisfatti. ecco. gli immortali sono quelle persone che quasi dimentichi quando sei preso da altri, ma nel momento in cui le rincontri ti ripiacciono come la prima volta. non c'è un vero motivo, il 90% delle volte gli immortali non sono bellissimi o affascinantissimi eppure c'è quel eppure. magari anche solo un sorriso, uno sguardo, come si tocca i capelli, come mangia, come ride, come parla, il modo in cui bestemmia o che so io. cmq gli immortali spuntano fuori quasi dal nulla esattamente quando stavi lì lì per diventare una persona seria che si innamora di quello giusto sulla carta "eh no" dice il grillo parlante, o altresì coscienza "guarda che questo qui, quest'immortale ti piace molto di più, non c'è paragone segui l'istinto non la razionalità". BADABUM (immaginatevi un palazzo nell'istante esatto della demolizione). tutto crolla solo perchè quell'immortale ha fatto quel qualcosa che tanto ti piace. grrrrh. sono poche le persone che possono affermare di essere fisicamente ed emotivamente stati ricambiati dal proprio immortale perchè davanti all'immortale siamo di nuovo tutte liceali, tutte pappemolli. il nostro carisma, anche se già di persè poco a fuoco, rimane del tutto in obra di fronte a loro. e quindi che succede? assolutamente niente. ecco che succede. ci si ritrova a pensarci per altri 3 o 4 mesi e poi lui riscompare e tu te lo dimentichi finchè BADABUM ricompare, magari ingrassato, magari con l'acne o la psoriasi ma cmq immortale. ma lasciatevi raccontare la storia del mio immortale, che più immortale non si può. BREVE STORIA DELL'IMMORTALE DELLA FONDATRICE DI FUCKYOULOVE: ero giovane bella e drogata, lui giocava a calcetto (eh lo so, però l'immortale è l'immortale) e non parlava neanche tanto bene l'italiano. ci sono voluti 6 anni prima che mi notasse, questo perchè ogni qualvolta che lui poco poco girava lo sguardo nella mia direzione io mi giravo, nella migliore delle ipotesi, oppure cadevo, scivolavo ,balbettavo e via dicendo. destino vuole che proprio l'anno in cui avevo avevo deciso che lui non sarebbe mai più stato il mio immortale lui fece una cosa che per sempre lo riconfermerà in tale ruolo: ballò YMCA. gay? forse, del tutto inappropriato? probabilmente. divertentissimo? absofuckinglutly.e lo stava ballando davanti a me ed era ubriaco e proprio mentre partiva il conto alla rovescia (eracapodanno) sul 3-2-1 lui mi baciò, ovviamente scordandosene il giorno dopo, ma fu il momento in cui relizzai che sognare , forse forse, non era poi così male. adesso questo ragazzo vive fuori, non lo vedo da tempo, e quindi ho dovuto sostituirlo con un immorale 1bis che ovviamente non sa neanche che esisto. ma sapete cosa mi viene in mente ogni volta che lo vedo, o meglio, lo vedo stropicciarsi i capelli? lo sapete che suono ha il mio sfarfallio? it's fun to stay at the Y-M-C-A e la vita d'un tratto sorride ed il grillo parlante dentro di me agita le mani a tempo di musica tutto contento.

lunedì 5 marzo 2012

True Love

è decisamente fuori luogo, lo so, scrivere un post sull'amore in un blog che lo manda a cacare. ma come già detto se nella vita non si cambia idea, la vita diventa paragonabile ad una birra sgasata e calda. è un post dedicato ad una persona; una persona che io amavo profondamente venuta a mancare due anni ed un mese fa. un post serio di quelli che fanno piangere, di quelli che commuovono. di quelli che sicuramente mia sorella sta piangendo perchè lo amava anche lei. non c'è bisogno di fare nomi, perchè il nome di per se è irrilevante. so , o forse spero, che in qualche modo tu mi stia leggendo, o sentendo o anche solo lontanamente percependo. spero anche che questo, semmai, sia l'unico post che tu possa leggere, perchè gli altri ti mostrerebbero una parte di me che difficilmente comprenderesti. non esiste amore senza grandi gesti, ed anche se personalmente non sono capace di grandi gesti parlerò solo dell'amore che provavo per te. niente a che vedere con l'amore a cui tutti pensano, dell'amore fra la Callas e la musica piuttosto. un'amore che a volte ha bisogno di essere abbandonato per tornarci più ferocemente di prima. io sto bene, alti e bassi come sempre, ma bene. lamentarmi non è nella mia natura e non lo era neanche nella tua. ancora mi arrabbio quando qualcuno si siede sulla tua poltrona, perchè so che in quel momento ti dedicavi alla riflessione, al dolore anche, ma in silenzio, senza doverti spiegare con nessuno, infastidendoti quasi, se qualcuno ti chiedeva una finestra sui tuoi pensieri. anche a me piace bere birra sai? lo so che a cena servivi sempre vino, ma più per altri che per te, era solo cortesia. si sa che il vino è da borghesi e tu borghese non lo sei mai stato, anzi eri un animo contadino, come quella storia che mi raccontasti sul papa contadino, quella su celestino V. stiamo crescendo in fretta, forse troppo, ma credo saresti fiero perchè stiamo costruendo castelli pieni di personaggi fantastici sopra le nostre spalle, senza mai distaccarci dalla realtà da cui ogni tanto però sentiamo di fuggire. so che sarà una lettera senza risposta e mi scuso di non avertela mandata prima, ma sai com'è, ci è voluto del tempo per mettere in riga i pensieri senza annegare nei ricordi. mi sembrerebbe scontato dirti che mi manchi, anche perchè ti metterei forse in imbarazzo. ah, ho riparato il tuo giradischi ed ho messo il tuo vinile preferito e ho sfogliato i vecchi album di foto di quando sia io che tu eravamo giovani. eravamo bellissimi; tu non avei ancora i capelli bianchi ed io avevo molte più fossette. non ti parlerò dell'università perchè ne rimarresti deluso, ma ti dirò che anche grazie a te ho imparato (così come maria) a dare importanza ai desideri, o più specificamente alla speranza. non farò mai un lavoro noioso nè seguirò mai consigli troppo convenzionali, che mi faranno fare cose di cui non andrei fiera, come appunto laurearmi solo perchè si deve. mi dispiace, ma è così. no, non sono ancora diventata un'attivista politica, ma non escludo niente; per il momento c'è ancora una bandiera bianca fuori dalla mia finestra. non ti ho mai parlato dell'amore, tu mi hai fatto intravedere il tuo, ma io sono stata innamorata, sono ancora innamorata, anzi si può quasi affermare che mi innamoro ogni giorno in maniera diversa. questo ti farò sorridere. la gente mi vuole bene, anche se ad alcuni sto antipatica e risulto arrogante, ma di solito risulto antipatica ed arrogante con giusta causa. ci sono troppe cose da raccontare, ma preferisco tornare all'amore. si, ti amo, e ti amerò per sempre, e a costo di risultare banale, non credo stimerò mai tanto una persona quanto ho stimato te. un gran bel modello mi hai dato, una montagna da scalare. dicono che ti somiglio, ma non è vero senza offesa ma sorrido di più e sono molto meno cupa, ma si sa, nessuno ti ha mai eguagliato in fascino. sento che mi sto dilungando senza arrivare ad un conclusione, sento di perdere il filo ma succede così ogni volta che qualcuno prova a spiegare l'amore non è vero? posso solo concludere così, citando un film che sicuramente non hai visto,e anzi ti avrebbe annoiato.
"che il vento ti sia sempre in poppa, che il sole splenda sempre sul tuo viso, e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle"
o anche meglio per tornare più sul classico, più sullo shakesperiano che tanto ti piaceva
"dubita che le stelle sian di fuoco, dubita che questa terra si muova, dubita che bugiarda sia la verità, ma ch'io ti ami immensamente, immentamente credilo"
tu finchè questo corpo mi apparterrà,
Giovanna

domenica 4 marzo 2012

SUGLI UOMINI

gli uomini sono tutti stronzi. facile e lineare. dire ad una persona "sei uno stornzo" è da stronzo per eccezzione, perchè si sa solo gli stronzi rconoscono gli stronzi; o meglio spiegata i propri difetti addosso agli sltri creano a tutti dei problemi. una cosa che le donne poco si chiedono è perchè gli uomini sono tutti stornzi? perchè probabilmente le donne che lo dicono sono state abbandonate. true story. personalmente noi di fuck you love non pensiamo mai male degli uomini, e non perchè non siamo mai state abbandonate, anzi siamo ben lontane dall'essere state "accolte", ma perchè la spiegazione sulla loro stronzeggine è semplice come le loro motivazioni. frasi tipo "non voglio una storia seria, non mi va di uscire con le tue amiche, non ti ho richiamata perchè non ne sentivo il bisogno" non fanno rosicare le donne per la schiettezza con cui vengono dette ma per la mancanza di motivazioni. quando dicono che il cervello degli uomini è facile da capire è vero, e con questo non voglio assolutamente sminuirli. "non voglio una storia seria" ? "mi voglio divertire"! "sono un coglione"? "sono immaturo". della serie prendi e porta a casa non c'è nient'altro da dire o aggiugnere. questo fa rosicare le donne: l'incomprensibilità apparente del loro cervello. "c'è qualcosa dietro" pensano le donne. no, non è vero, ti si voleva solo scopare. A-M-E-N. (dal mio personale punto di vista però devo anche sottolineare qualcosina: per quanto sia bello avere una coscenza (I?)è anche un vero spreco, ed una vigliaccheria continua vvere tutta la vita con le mani davanti)
gli uomini sono tutti ragazzini. e allora? le donne invece sono mature? il momento in cui le donne sono più mature elgi uomini può varia fra la prima e la quinta elementare, per il resto è un ragione costituzionalizzata al femminile, che può collegarsi sempre alla loro  incapacità di accettare la realtà per quella che è. ti fa male? non gli piaci? ti tratta male? o anzi ti tratta bene ma non bene quanto vorresti? cazzi tuoi. nei momenti in cui le donne si radunano parlando dell'immaturità degli uomini escono dei discorsi esilaranti. conoscere la storia dei popoli, l'astrofisica e l'america al confronto è meno affascinante.
gli uomini sono tutti segaioli. ah,ah,ah,. ora: vorremmo proseguire su questo argomento, argomentandoci meglio e più diplomaticamente possibile. tatuoligico. gli uomini sono tutti segaioli? gli piacciono solo le tipe alla angelina jolie? ma perchè se voi poteste scegliere di passare una notte di fuoco sceglieresti il ragazzetto che sedie dietro di te a lezione? ma andiamo...l'essere segaiolo può essere reinterpretato dicendo seplicemente "con molta fantasia, un'uomo che sa dove toccare l'animo delle donne, perchè proprio l'animo se l'è immaginato svariate volte.
il problema di noi di fuckyoulove è proprio questo: l'latra parte della medaglia è affascinante quanto la prima.

venerdì 2 marzo 2012

ECCO RIMBAUD

nell'epoca in cui ci si chiede sempre mentre si guarda una donna con la mela in mano se quella mela sia voluta dalla sua fame o dalla voglia di assomigliare all'ispiratrice de "l'albachiara" , io oggi (attenzione perchè ho detto io) voglio introdurre il più grande poeta di tutti i tempi. e non me ne frega un cazzo di quello che state pensando che più o meno recita così "eh ma quanto sei retrò, non hai mai letto i libri di... o non hai pensato che forse x stava così solo perchè era..."no, vi ignorerò. e sebbene oggi sia stata vittima di una critica alquanto ovvia ma benevola riguardo alla mia punteggiatura-grammatica devo anche dire che la cosa bella di avere un blog è prorpio questa: l'importante è dirlo, la forma è irrilevante. nonostante penso che l'aspirazione alla forma perfetta sia la rovina della nostra società vorrei introdurre Arthur Rimbaud; primo fra tutti, sopra una spanna dal sommo Will vorrei precisare che decidere lui come grande poeta oltre ad essere diffcile è anche ovvio. siete nel 1800, avete sedicianni vostra madre vi obbliga a mungere mucche e voi vi sentite indegni, non perché le mucche non vi piacciono ma proprio perchè vi piacciono troppo. volete scappare, volete vedere cosa c'è oltre la collina francese, desolata, triste quasi vuota. siete i primi a scuola, gli altri alunni vi odiano perché siete strafottenti ma nonostante ciò i cocchi del maestro che vi pubblica cose, al 90% aa vostra insaputa. quando queste pubblicazione iniziano ad avere successo vi chiedere cosa voglia dire vivere. ed eccola lì la speranza che vomita nella vostra cosc(i)enza. andate a parigi, non ci sono macchine, no ci sono telecomandi, nè tasntomeno televisori, non c'è la domenica sportiva e l'università è alquanto elitaria. siete soli, con il vostro solo talento e scrivete ad un tale di nome Verlaine di cui vi innamorate e che vi accompagna nei salotti mentre vivete la vostra segreta, ma neanche tanto, vita amorosa. lui è sposato ed aspetta un figlio. sti cazzi pensate. bevete assenzio, fumate oppio, scureggaite, e non in senso metaforico, in faccia agli altri poeti che si esibiscono nei locali, siete oltremodo avvilenti, maleducati, strafottenti ma al contempo audaci. poi succede che lui viene denunciato dall amoglie per sodomia e voi soffrite morendo dentro. lo avete sempre trattato un pò male il vecchi verlaine che ha 12 anni più di voi, ma lo amavate, troppo orgorgliosi però per ammeterlo. emntre lui è in prigione scrivete la vostra opera migliore "la stagione d'inferno" che vi rende più o meno noti, che fa vergognare i mediocri per avervi cacciato dalle loro bettole, i poeti , anche loro mediocri, per avervi bisfrattato, le donne umiliate per esser state rifuitate non conoscendo la vostra omosessualità. una volta scritt ala vostra opera massima decidete di abbandonare quella vita : ancora assenzio e oppio per carità ma mai più, mai più scrivere. avete giurato di non farlo più, avete giurato a voi stessi che la belva dentro di voi non deve più essere alimentata. tornano le donna mentre l'amore della vostra vita è in galera per, e scusate la "letterazione", averla presa al culo da voi. smerciate armi in africa, avete il vostro banchetto con il quale vi fate un nome. voi cazzo siete arthur rimabaud, il poeta frocio conosciuto per la sua sregolatezza, eppure non c'è penna che tenga. vi vien eun tumore al ginocchio, spacciato e malcurato per cancrena e morite perchè si era diffuso troppo in fretta. morite a 37 anni, dopo 15 anni che non scrivevate più niente. ad oggi, con la vita di merda che si fa, con le speranze ridotte alla miseria ci si chiede se sia meglio partecipare al grande fratello o laurearsi. io sono diversa, e no per questo migliore, perchè dall amattina alla sera mi chiedo continuamente se anche solo per una persona verrò ricordata solo ed esclusivamente perchè scrivevo. quanto sarebbe bello? si pensi solo al fatto che chi conduceva una vita non diversa dalla nostra odierna (sebbene molto ma molto più degradante) diventò qualcuno nel 1800. e con una vena d'ebbrezza di co solo una cosa, citando proprio lui " io capisco, e siccome non mi so spiegare senza parole pagane, vorrei tacere"