Primavera 2012
Abbiamo vissuto ormai molte primavere, così tante che la nostra maglietta di Kill Bill è quasi diventata vintage, i nostri gusti musicali li conoscono più i nonni che i sedicenni, i forni a micro onde sono ormai diventati demodè, per non parlare delle catenine ai pantaloni. Ma oggi no, non ci lamenteremo perché manco tanto infondo le primavere ci piacciono assai.
Per i maschietti inizia l'era delle donne svestite ma mai volgari, quella stagione in cui ci sono le braccia nude e le cosce di fuori ma non c'è sudore, che si sa è demodè anche lui talmente tanto da diventare volgare e appiccicoso. Per le femminucce c'è lo sconvolgimento ormonale, non proprio come quello estivo della serie “vieni qua maschione” ma più soft simile ad un “ehi tu!”. Quindi si, siamo tutti contenti e con quel frizzichio in più. Word mi ha dato come errore frizzichio, ma tutti abbiamo capito che cosa significa e word ormai è vegliardo così tanto da non darmi come errore la parola vegliardo. Molti prima di noi hanno provato a scrivere parole adatte alla primavera, dal più sofisticato alla più deludente che a differenza del più sofisticato può essere individuabile in quella signorina che scrisse quella canzone che recitava “dammi tre parole sole, cuore , amore”. Chissà che fine ha fatto. Però il punto è proprio questo: in primavera si possono realizzare i propri sogni, mettere in atto le proprie fantasie sessuali, o più semplicemente fare scherzetti burloni. Questo perchè durante questa stagione siamo tutti più frivoli del solito, è la nostra stagione. I poeti, gli artisti hanno già l'autunno con i loro bicchieri di vino rosso e il colletto del cappotto di lana alzato, gli piace tanto passeggiare contro vento con quell'espressione in faccia che sembra dire “neanche tu, caro compagno mio, puoi distruggermi, perché io, a differenza di te oh vento, non esisto”, gli piace anche andare in giro a contare le foglie che cadono, la chiamano la numerazione del declino. Un passatempo inutile secondo noi, ma d'altronde noi siamo della primavera.
L'estate è per definizione la stagione dei bori, dei coatti, dei genuini, chiamateli come vi pare. A me piace chiamarli genuini perché d'altronde non hanno nulla da nascondere e non seguono mai quelle standardizzazioni sociali e sono sempre loro stessi. Durante l'estate si vedono tatuaggi tribali sulla schiena o peggio ancora le carpe giapponesi che avranno anche un significato ma sono veramente brutte. Si notano anche simpatici e originalissimi disegnini sui capelli rasati che vorrei tanto conoscere chi è capace di farli, per non parlare di cerette sulla schiena per gli uomini e superinguinali per le donne. C'è da dire che loro più di altri sono riusciti ad accaparrarsi il posto estivo per eccellenza: la spiaggia è decisamente loro, nessuno la conosce meglio di loro, nessuno la abita meglio di loro ed è talmente loro che per andarci devi sembrare un po' come loro per non risultare un frutto fuori stagione. (è proprio in spiaggia che si è sentito il famoso dialogo “oh dai amò viètte a fa er bagno” e lei “no tesò oggi no, c'ho la patata ar sugo”. Niente più di questa frase può definirli).
L'inverno poi è quella stagione che se pur ben schierata meteorologicamente appartiene a quelli metà e metà, quelli che vanno in settimana bianca però c'è la crisi quindi mangiamo scatolette di tonno, di quelli pro solarium ma no al buco dell'ozono. Di quelli che rompono i coglioni perchè sono vegetariani e poi vanno in giro con le scarpe che sembrano di pelle ma “no” ammiccando “sono sintetiche”. Di quelli che si schiariscono le sopraciglia perchè è bello essere metrosessuali e andare a ballare d'inverno (“eh si l'estate romana fa cacare”). Delle coppie che scopano di più perché c'è un piumone che li protegge, dei liceali che hanno la paranoia del pagelino (fra l'altro quanto è umiliante scoprire alla veneranda età di 26 anni che esiste un pagelino?). Ed infine come dimenticarseli delle donne con le calze decorate e degli uomini con il cappottino figo perché ci sono i saldi a gennaio? Di quelli insomma che la gente deriderebbe se non fossero così diffusi. Questa è l'epoca stagionale dei mediomen.
E poi c'è la primavera, ci siamo noi insomma. Ci piace pensare di essere indefinibili, perché proteggiamo la nostra avversità al qualunquismo, perché come noi non c'è nessuno, perché ti guardiamo dall'alto in basso, ma non è mai così, anche noi possiamo essere schierabili. Anche noi apparteniamo ad una categoria. La nostra categoria è così poco identificabile, così poco delineata che è difficile anche spiegarla. Comunque se di solito siete in un bar e vedere per la seconda volta una persona sempre nello stesso bar è perchè sia tu che lui siete della stessa categoria. Siamo di quelli che considerano la giornata iniziata alle 18.30, ma non perché lavoriamo fino allo stremo, né tantomento studiamo assiduamente, ma perchè come si dice dopo i 70 anni “prima il dovere e poi il piacere”. Siamo di quelli che non scopano mai prima delle 19, a parte qualche piccola eccezione mattutina, ma questo sempre perchè siamo quella categoria che difficilmente si alza prima delle 9 di mattina. Siamo quelli dell'aperitivo (oddio che brutta frase) ma non l'aperitivo milanese cazzo figa culo tette, più che altro san calisto con le peroni a 2.50, di quelli che non hanno l'agenda perché pensiamo che il nostro ippocampo sia abbastanza sviluppato da ricordarci le cose che dobbiamo fare. Questa si sa è un mezza bugia perchè pure se avessimo un'agenda ci dimenticheremo comunque di scriverci sopra. Non siamo barboni, né superficiali. Siamo semplicemente persone che hanno associato la propria vita alle cose belle, che si sa escono in primavera. Quindi si, in primavera tutto quello che desideriamo esce fuori insieme : la bella stagione, i turisti passanti da prendere in giro, le chiacchiere con gli amici, un paio di birre ed il whisky a tarda notte quando c'è quell'arietta che ti fa venire la pelle d'oca, le cotte ormonali che durano una stagione, la paura del futuro ma la consapevolezza che tanto c'è l'estate e che se ne riparla a settembre. In poche parole la voglia di vivere, il relax. Si, oggi siamo felici perchè è primavera e fuori splende il sole.
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