Ho già fatto innumerevoli volte i miei sproloqui sulla morte
del romanticismo. È stato tutto inutile perché, da brava giovane disillusa ma
al contempo speranzosa, non ci credo neanche io. Ho cercato nella mia testa
allagata il motivo per cui siamo diventate romantiche, chi ci ha messo questa
spada di Damocle sulla nuca, chi ha fatto cadere la lama della ghigliottina, chi
ci ha inizialmente fatto assaggiare questo cianuro che poi è diventato droga. Inizialmente
ero convinta che fosse stata la Nonna raccontandoci di come gli amori
superassero le guerre negli anni 40, poi ho pensato che era tutta colpa di Walt
Disney malefico con i loro principi azzurri che ti soccorrono nel momento del
pericolo, poi ho pensato che erano le commedie americane dove l’uomo che dice
di non amarti più ti insegue di notte, casualmente con davanti un bellissimo
panorama, sotto l’immancabile pioggia, tutto bagnato e ti chiede di sposarlo. Poi
dentro di me a un certo punto è subentrato il cinismo ma quello brutto brutto:
i miei nonni alla fine non vanno poi così d’accordo, i principi azzurri sono
noiosi quanto le principesse ( a degna eccezione di Aladin che di fatto era un
poveraccio, uomo vissuto, perfetto anche a cantare e del compagno di Rapunzel
che era uno scapestrato) e che soprattutto è altamente improbabile che se uno
mi chiede di sposarlo senza neanche riuscire a ripararmi dalla pioggia, perché non
aveva portato l’ombrello, dopo avermi fatto soffrire io possa dire di si. Poi la
bomba qualche sera fa. Fulmine a ciel sereno.
Hiroshima. Disastro. Come avevo fatto a dimenticarmi di annoverare Dirty
Dancing nella lista? Povera imbecille, è ovvio che nasce tutto da lì. Correva l’anno
1987 quando ancora non avevo i denti e mugugliavo gna gna gna gnaaaa
sbrodolandomi con indosso un bavaglino con su scritto “il mio nome è Giovanna”,
l’epoca degli omogeneizzati, epoca in cui una pupa pur sembrando scema assorbe
ogni informazione. In quell’anno uscì quel film. Lei ricca, un po’ ingenua
(basti pensare che faceva incartare degli avanzi per spedirli ai poveri bimbi
africani pensando che sarebbero arrivati sani e gustosi dall’America all’Africa
negli anni 60), lei che era un po’ impacciata, un po’ inappropriata un po’ “ho
portato un cocomero”, con i capelli gonfi e crespi, con la nasca ed un corpo
senza forme. Una di noi insomma, almeno inizialmente.Lui Patrick Swayze, e già
questo vi potrebbe far capire tutto. Ballerino, istruttore di ballo
irraggiungibile, più Pelvico di Elvis (che anche lui l’invidioso dio ha portato
via troppo presto), che vestiva attillato, che sapeva prenderti e farti muovere
che, e qui scusate la franchezza ormonale, ti garberebbe anche con l’epatite. Ora,
la razionalità ci spinge a credere che Johnny non si sarebbe mai inculato Babe
neanche in esilio in un villaggio di Amish. Bugia, invece avviene la
rivoluzione: non solo lei impara a ballare in due giorni in un modo poco
plausibile, non solo lui è scontroso arrizzoso nei suoi confronti , non solo se
ne va dicendogli “non siamo fatti per stare insieme” ma poi COME SE NON
BASTASSE torna pronunciando la famosa frase “nessuno può mettere babe in un
angolo”. È vero anche che lei gli imbocca in camera con in sottofondo “cry to
me” e lo denuda toccandogli il culo e dicendogli “dance with me”, facendo
uscire una Babe non tanto Babe che obbiettivamente nessuno se lo aspettava, ma
è anche vero che lui poteva avere Penny tranquillamente ma erano solo “amici”…
(se nella vita normale il vostro uomo ha un’amica come Penny e voi siete Babe
ve ce vojo vedè)
Fatto stà che quel film non solo ci ha fatto piangere e desiderare, forse per la prima volta, un uomo fantascientifico ma cosa più importante ci ha fatto sognare, mannaggia a lui. Dopo 25 anni dall’uscita di quel film noi sotto sotto, cerchiamo ancora il nostro Johnny e la speranza ancora non ci abbandona, ma dobbiamo sempre cercare di essere realiste perché noi non balleremo mai così, né tantomeno avremo mai il coraggio di andare da lui e baciargli la schiena nuda.
Fatto stà che quel film non solo ci ha fatto piangere e desiderare, forse per la prima volta, un uomo fantascientifico ma cosa più importante ci ha fatto sognare, mannaggia a lui. Dopo 25 anni dall’uscita di quel film noi sotto sotto, cerchiamo ancora il nostro Johnny e la speranza ancora non ci abbandona, ma dobbiamo sempre cercare di essere realiste perché noi non balleremo mai così, né tantomeno avremo mai il coraggio di andare da lui e baciargli la schiena nuda.
P.S. Anche se Wikipedia, che ho appena controllato, non mi
da ragione sulle date, ricordo che la morte di Patrick Swayze avvenne pochi
giorni dopo Micheal Jackson. Posso dire che è stato scorretto da parte di tutti
i giornalisti del mondo dare un trafiletto a lui e 7 pagine al re del pop? Eh no
cazzo, eh no. Le donne buone hanno sicuramente di più amato Johnny di uno che
ha cambiato il suo colore di pelle. Cazzo.
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