il mio amico tommaso dice che questo blog lo legge solo lui. il che è vero. ma questo ha poca importanza perchè in fin dei conti non lo rileggo neanche io. comunque grazie tommaso.
parlavamo di disadattati, e vorrei chiarire che noi non siamo diventati disadattati quando abbiamo iniziato a drogarci, forse non lo siamo stati neanche quando abbiamo smesso e la nostra endorfina si è prosciugata. è iniziato anni e anni fa. 1° giorno di prima media, già ci sentivamo grandi e con la mente sviluppata perchè i nostri genitori ci avevamo mandati dai fricchettoni alle elementarti. avevamo già visto durante il cineforum , al posto delle lezioni di grammatica (come è evidente) film come Roma città aperta, Benhur, o attenzio attenzio Accattone. quindi se proprio non vogliamo dare dei disadattati a dei ciuccelletti di 8 anni. diamogli questo attributo agli 11. arriaviamo a scuola con quella grandissima speranza nel cuore. la speranza che noi attribuiamo più a settembre che a gennaio (la storia dei buoni propositi bla bla bla). ci facciamo carini perchè nella nuova classe non conosciamo nessuno. nessuno. però diamo per scontato che tutti abbiano visto quei film e che tutti hannorecitato e che sopratutto tutti non sanno usare il condizionale ed il congiuntivo. Shakespeare? ahah, poveri illusi. primo errore, le illusioni. già da tempo nostre compagne di avventura. cmq, saloppette, codini lallipop e quelle scarpe che andavano tanto in pieni anni 90 di cui non ricordiamo il nome. avevamo i baffi ed il monociglio, ma ahimè, ci credevamo dei fighi. che poi fighi ancora non si diceva, si diceva "sorchi". ma per fortuna è stata solo una fase. ultimo banco, anche lì. niente matita, niente quaderno, solo la borsa con le chiavi di casa che mamma ci aveva dato per la prima volta. secondo errore. e voi penserete, bhe dai, anche a me è andata così. bene, eravate disadattati anche voi dico, quindi giusti per leggere ciò. a fianco a noi si siede, per nostra fortuna, un'altro disadattato, che come noi non si guardava tanto intorno e sopratutto come noi aveva visto sfumare quella speranza di settembre mentre camminava per i corridoi. la notte prima ci tremavano le gambe. che poi perchè non si sa. il senso di inquietudine? bha non so. la persona al nostr banco ancora non lo sapeva ma sarebbe diventata una di noi. si esatto, una di quelle che non sanno ancora cosa fare della propria vita a 25 anni, ma che infondo non si sentono neanche tanto idiote come quelle che veramente non lo sanno. ed ecco che arriva il terzo errore. la professoressa , che improvvisamente non era più maestra, entra e dice : " qua si studia, qua si lavora, siete grandi e dovete crescere, siete grandi e dovete capire che nella vita gli esami non finiscono mai, e che i sacrifici vi porteranno avanti nella vita ....... " e così dicendo. ah, vero, volete sapere qual'è stato il terzo e gravissimo errore? noi abbiamo pensato alla bonacciosissima età di 11 anni "che vada a quel paese questa scema".
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