Visualizzazioni totali

domenica 29 gennaio 2012

POSSIBILI FUTURI

2022 d.c.

se non vi siete chiesti mai cosa sarete fra 10 anni allora o siete ammirabili o siete incoscienti. io per mio conto ho ben 4 possibilità:
possibilità n°1-  il mio lavoro consiste nel correggere bozze in una casa editrice, non troppo facoltosa ma neanche ammuffita. i miei colleghi mi sono simpatici ed ho un posto di minirilievo perchè la gente mi vuole bene, ho una macchina che pago a rate ed un bellissimo senonchè soffocante contratto a tempo indeterminato, le tasse le pago regolarmente e durante la pausa pranzo vado sempre a mangiare con i miei amici visto che lavoro in centro (indefinita la città). stacco alle 17, alle 17.30 sono a casa, nella mia bellissima villa poco fuori città perchè la campagna mi piace dippiù. ho un compagno (coppia di fatto perchè non crediamo nel matrimonio) che non lavora o anche se lavora stacca prima di me quindi a casa stira lava pulisce il bagno ogni giorno e cucina. è un brav'uomo e lo amo anche se non ce lo diciamo più. ho un pappagallo kalopsite di nome Riccardo cuor di leone a cui abbiamo imparato a dire solo "crociate" cosa che ci fa tanto ridere. il sabato ci ubriachiamo e facciamo l'amore, la domenica andiamo a trovare i parenti. proggettiamo di fare figli, ma la cosa mi spaventa non poco visto che ho sempre avuto una vagina poco usata e piccola.sono, nel complesso, moderatamente felice.
possibilità n°2-sono ancora simpatica e brillante ma la mia vita mi ha fatto cambiare rotta. ho un figlio chiamato da tutti Manzo (anche da me e mio marito in sua assenza) per la sua stazza bovina, sono una casalinga e vago per casa 10 ore al giorno con un grambiulie con ricamato "mamma" fatto da Manzo a scuola. ha 8 anni e il naso che gli cola 360 giorni l'anno e un'incredibile passione per l'inchiostro e il gelato. mio marito a volte rincasa tardi e gli ho trovato delle tracce di rossetto sul bavero. non mi dispiace neanche, io sono troppo stanca per fare sesso da 3 anni. ogni tanto mi bevo un bicchierino fra le 12 e le 2 del pomeriggio. quando nonho da pulire prendo la carta di credito (di cui la metà è mia) e vado a comprare le cose per la casa. non ho più tanti vizi se non l'impossibilità di non vedere la soap opera alle 14.35.il matrimonio fu bello, molto amici e parenti, molte belle foto. avevo un'amante ma quando manzo ci scoprì ho deciso di non dedicarmi più alle attività extrafamigliari. mi piace la musica folk, ogni tanto gioco a bridge con delle donne più anziane di me. la vita mi sorride solo quando Manzo e mio parito dormono e li posso accarezzare senza sembrare troppo appiccicosa. ogni tanto guardo un porno gay. ho un gatta che ho chiamato Billie Holiday perchè miagola melodicamente con la voce un pò rauca. fumo 27 sigarette al giorno, mai una in più o una in meno. la mia vita poteva andare meglio.
possibilità n°3- sono la nuova J.K Rowling, ho pubblicato una trilogia che mi ha fruttato 70 milioni di euro (tasse escluse). sono ricca ho il ventre piatto ma ancora e decisamente piena di vita. non mi annoio mai. ho comprato la vecchia casa di Alberto Sordi, a piazza Numa Pompilio ho una sala cinema una sala giochi ed una sala pose con tutta l'attrezzatura fotografica del mondo. ho anche una angolo bar e un massaggiatore ungherese personale. ogni venerdì sera faccio una festa, con gli amici di sempre che non mi chiedono soldi MAI. viaggio una volta al mese, ho girato il mondo, lavoro un giorno al mese ed ho un buon rapporto con tutta la mia famiglia. tutti mi vogliono bene e  le persona che prima odiavo adesso mi invidiano. ahah. ero innamoratissima e la mia unica sofferenza nella vita è il non sapere se lui vuole tornare con me per soldi o per amore. mi diverto, ogni tanto mi drogo ma come mi ha detto Keith Richards quando mi ha invitato a cena da lui "un lavaggio del sangue all'anno cancella ogni traccia".sono troppo giovane per avere figli, ma un giorno li farò, con la persona giusta. ho un cavallo in giardino che ho chiamato Robert Redford perchè ho sempre odiato l'attore e il film di lui che sussurrava ai cavalli. la vita ride ogni ora del giorno ed è contenta.
possibilità n°4- un paio d'anni prima è scoppiata una bomba nucleare dietro casa mia che, abitando in estrema periferia, ha paradossalmente colpito solo me. ho iniziato a sentirmi strana ed infine ho scoperto che posso diventare invisibile. sono l'unico essere della terra ad avere super poteri. sono depressa già da molto prima e questa ennesima diversità mi ha fatto sprofondare nella tristezza più incommensurabile. non faccio niente dalla mattina alla sera. quando devo pagare l'affitto o fare la spesa vado in centro e borseggio le vecchie signore o rapino un negozio chic sfruttando il mio potere. per il resto abito in un sottoscala il mio migliore amico è un topo che ho dolcemente chiamato Groviera (il mio film preferito è gli aristogatti). i portaceneri sono pieni di cicche, la casa inquinata da molte bottiglie di whisky scadente vuote, non ho le finestre nè l'acqua, ma non m'importa perchè non ho vita sociale e la doccia non mi serve. tempo fa ero felice poi è successo che smisi di bere e diventai improvvisamente noiosa e il mio ragazzo che tanto amavo mi lasciò. so che volendo posso cambiare la mia vita ed il mondo con il mio potere, ma sono troppo pigra e depressa e Groviera pensa che devo prima toccare il fondo e poi provare a rialzarmi. forse ha ragione quindi faccio di tutto per diventare il peggio spettro di me. la vita à una merda ma sono invisibile perfino a lei.

mercoledì 18 gennaio 2012

Mercuzio è sempre stato il vero protagonista

Correva il dicembre del 1596 quando William Shakespeare pose la parola fine alla tragedia che ogni adolescente moderno e passato conosce come Romeo e Giulietta. In quegli anni Will se ne andava in giro per la città di Londra e faceva ancora l’attore. Nonostante ultimi film e libri fanno di tutto per cercare di capire chi era Shakespeare e se fosse realmente esistito a noi ci piace immaginarcelo a cavarsela, ad evitare la peste e ad alzare sottana alle donne più giovani di lui. Come molti altri prima e dopo di lui , lo scrittore più abile e “schematico” del mondo e della storia raggiunse il successo solo dopo la sua prematura dipartita. Molti si chiedono che cosa di meglio avrebbe potuto scrivere, personalmente la nostra risposta la sappiamo già: niente. Essendo inquieto avrebbe solo cercato di migliorare le sue già scritte e pubblicate opere di per sé perfette. Questa critica che circola ultimamente sulla presunta invenzione di questo personaggio, dello scrittore che scrive di uno scrittore che scrive, questa specie di Ghost rider, questa fantomatica  e inutilmente definita meta letteratura a noi non ci piace neanche un po’. William Shakespeare oltre ad essere realmente esistito, oltre a stimolare menti dal ‘600 in poi, oltre (e scusate la tautologia) ad aver scritto la migliori opere teatrali di sempre , era anche il miglior esempio di disadattato al mondo. Eccolo là nella sua stanzetta senza latrina con la camiciola bianca piena di inchiostro che cercava di trovare ispirazione dalla vita. Un quotidiano frequentatore di taverne, un beone e un oppiomane (o quel che era a quei tempi prima), uno pieni di debiti di gioco, uno spendaccione che regalava ninnoli in giro alle sue donne che disprezzava il concetto stesso di soldi, squattrinato invidioso del suo contemporaneo Marlow e non solo, perchè nonostante il suo aspetto non proprio da adone era anche uno strepitoso amante sessuale, tanto che lui le mignotte non solo non doveva pagarle ma doveva anche scansarle. Per le nobili era l’affascinante scrittore che toccava le loro cosce con ancora la calda impronta inchiostrata e per le popolane era colui che avrebbe sfondato, e non in senso fisico, la loro anima e nella vita. Ma  perché fermarci allo scrittore, si intuisce l’animo di William anche dalle sue sacre scritture. Prenderemo ora come esempio solo ed esclusivamente Romeo&Giulietta perché molto probabilmente tutti la conoscono. Lo scrittore si siede e decide di articolare questa sua inizialmente commedia sull’amore di due adolescenti. Non sapendo ancora come continuare l’intelligente scrittore decide di iniziare la tragedia come nella vita: tutto in caciara, una rissa! Si capisce perfettamente l’astio (non specificando il motivo) che scorre fra queste due nobili famiglie di Verona i Capuleti ed i Montecchi. Romeo, essendo una trasposizione di una piccola parte della personalità di Shakespeare, è all’inizio della tragedia esausto d’amore per una certa Rosalina che non gli da soddisfazione né emotive né sessuali. Giulietta annoiata della vita già a 15 anni deve sposarsi con un tal Paride, perfettamente coincidente con il fratello del troiano Ettore. I due si incontrano , scoppia l’amore e poi per uno sbaglio di un prete non capiscono che in realtà entrambi sono vivi e si uccidono poiché le loro famiglie non avrebbero mai approvato il loro amore. Stop. Questa frase-trama è quello che la gente si ricorda di Rome&Giulietta. Sbagliato. E Shakespeare dov’è? Dove troviamo il vero protagonista della storia? L’amore? Macchè. Il vero protagonista della storia è Mercuzio, fra l’altro meravigliosamente interpretato da Micheal di Lost nel Romeo+Juliet Holliwoodiano con Leonardo di Caprio. Lo scrittore intrappola tutta la sua personalità in un personaggio apparentemente marginale, uno screanzato che vive per le bisbocce e le risse. Mercuzio , migliore amico di Romeo,non parla mai di donne né do oneri o doveri , è del tutto confinato in un mondo che il resto del popolo non comprende ma trova “simpatico”. Mercuzio è un leader è il personaggio principale poichè colui che non solo droga Romeo prima della festa dove incontra Giulietta (cosa che potrebbe far suppore ad uno stato non lucido nel momento topico di tutta la tragedia),ma che morendo augura la morte ad entrambe le famiglie che hanno causato la sua. Ed è proprio qui che lo scrittore decide di ribaltare la commedia in tragedia, proprio per mano di Mercuzio, a cui tanto era affezionato mentre ne scriveva che cade in una spirale di tristezza sconfinata immergendosi nella sofferenza per aver perso un personaggio per lui fondamentale. Quasi decide di ricominciare a scrivere per evitare di farlo morire, ma poi arriva l’ispirazione per cui la morte di Mercuzio non è altro che l’inizio di un processo in cui la commedia di un amore fra due giovani diventa la tragedia di Verona.  Mercuzio muore per mano di Tebaldo, cugino di Giulietta, che avendo sgamato la tresca va a cercare Romeo dalla sua cricca e Mercuzio non avendo capito niente ed essendo estraneo all’amore, in assenza dell’amico Romeo prende le sue difese e con fare non velatamente istigatorio infima Tebaldo che essendo una testa calda accoglie l’atteggiamento del rivale come una manna dal cielo.
Bentivoglio : “Per la mia testa, arrivano i Capuleti”
Mercuzio : “per il mio tacco, lasciali venire”
Tebaldo : “ Mercuzio tu hai degli accordi con Romeo?”
Mercuzio : “per chi ci ha preso per menestrelli?”
Bentivoglio “no Mercuzio, qui ci vedono tutti!”
Mercuzio “hanno occhi per guardare, che guardino allora”
Potete immaginare il fremito che al nostro caro scrittore veniva stando seduto su quella sedia mentre scriveva questo stupendo per quanto semplice e poco articolato scambio? Con fatica, a nostro avviso, si è trattenuto sulla sedia senza impugnare il coltello come poi fa il caro Mercuzio, poco prima di esser vinto da Tebaldo. Romeo dopo di chè uccide Tebaldo e per ciò condannato all’esilio a Mantova dove va dopo aver tolto la propria e dell’amata verginità dalla lista di cose da fare. I presunti protagonisti di questa tragedia sono degli strumenti in mano allo scrittore per far parte al vero protagonista, Mercuzio, lui stesso lo scrittore. In ogni opera Shakespeariana si nasconde il drammaturgo : Mercuzio quando si sentiva più ribelle,  Portia nel Mercante di Venezia quando voleva riscoprire l’intelligenza femminile (nel 600 altamente screditata nonostante , o forse appunto perché, la regina d’Inghilterra fosse appunto Donna), Orazio nell’Amleto quando voleva dar pace ai suoi pensieri con calma e saggezza, o sempre Polonio nella stessa opera quando voleva fare la parte del bravo padre, cosa che realmente non era. O ultimo ma non ultimo lo splendido Iago, il personaggio più complesso di tutta la sua vita letteraria insieme a Giovanna d’Arco , rispettivamente nell’Otello e nell’Enrico IV, che manifestano un’enorme sofferenza emotiva che si sfoga mettendo zizzagna, tramando complotti e mettendoli in pratica senza nessuna remora. Ma Mercuzio nella fattispecie rappresenta il desiderio recondito dello scrittore, colui ch’egli stesso vorrebbe essere, la figura migliore di sé, l’uomo pronto a tutto per l’onore ma anche e sempre pronto a desiderare di vivere e senza freni per essere felice. Il vero personaggio positivo che cede alla negatività e muore per mano di essa, per mano dell’odio.  Adesso, nonostante questa prolissità , vorremmo guardare in faccia chi è realmente interessato alla REALE vita di Shakespeare, al perché lui dovrebbe essere REALMENTE esistito. Ma a chi importa? Omero è e sarà sempre esistito per il solo fatto di aver portato la gente a sentire i suoi racconti, così come William sarà esistito perché io noi voi e tutti hanno almeno una volta sentito una parte delle sue tragedie.

martedì 10 gennaio 2012

alla larga


Ci siamo dimenticati anni fa di essere cortesi, di pensare prima di parlare e fare attenzione alle parole altrui. Ci siamo visti troppe volte dall’esterno ormai per capire come siamo internamente. Il nostro fegato però lo conosciamo bene, ormai pulsa irrefrenabile come il nostro cuore, forse di più. Ci ricordiamo incessantemente quello che abbiamo vissuto e quale intensità ci abbiamo messo, ma di tanto in tanto la nostra sensibilità vacilla e senza far finta di niente la accantoniamo perché sappiamo che in determinati momenti essere sensibili non conta niente. Ci siamo disperati nella vita per fare di tutto per essere spontanei, per non pensarci mai due volte per dire sempre quello che cazzo ti passa per la testa, e poi un giorno uno stronzo ci ha detto “che cazzo fai?”, e nonostante tutto gli abbiamo riso in faccia e abbiamo continuato ad andare avanti. Ci siamo fermati per strada quando la gente ci fissava perché non capivamo che cosa avevano da guardare, non siamo mai stati sopra la media in qualcosa, mai particolarmente truccati, mai particolarmente belli, mai particolarmente affascinanti.  Ci siamo innamorati in circa tre minuti e disinnamorati in 2000 ore perché ci hanno sempre insegnato quei catecumeni  dell’800 che per essere completi bisogna avere l’amore dalla nostra parte. Ci siamo sbronzati per dimenticare, per festeggiare o perché non avevamo niente da fare. Ci siamo drogati perché ci sentivamo vivi, perché lo faceva Kurt o Ian o anche l’ispettore Bloch. Ci siamo trasformati in enormi beoni pieni di ego ma senza autostima per poi dire, ce la siamo cercata. Un giorno poi, tutto d’un tratto, abbiamo tirato fuori un po’ di coscienza e letto Memorie dal sottosuolo per poi essere d’accordo con lo scrittore sul non averla la coscienza. Poi una sera siamo andati a dormire e abbiamo sognato valli piene di oro e giornate senza buio e lì abbiamo iniziato a farci dei sogni nella testa, delle idee delle ambizioni. E da lì la nostra vita non è che un continuo gongolare fra la gioia dell’ignoranza e la crudeltà dell’ambizione.quel che a oggi più ci affligge è anche la non velata consapevolezza di aver provato solo a gongolare veramente, di non aver dato spazio all'ambizione, perchè l'ambizione è imprenditoriale, perchè gli ambiziosi sono quelli che poi rivoluzionano tutto, e raramente in senso buono, quelli che diventto dei colletti bianchi e non hanno mai tagliato del pane, o si scordano di averlo fatto. ma perchè no? ci chiediamo ora, non abbiamo nulla da pardere. per citare un grande, che più grande non c'è , "d'ora in poi i miei pensieri siano tempesta o non siano niente". go johnny go.

mercoledì 4 gennaio 2012

Eterni Burloni

questa moda del "siamo" in realtà è un poco velato tentativo di suscitare interessi stilando liste autoanalizzanti su noi stessi, su quello che ci diverte, su quello ch ci ha divertito e su quello che ci divertirà. generazioni passate alla nostra età (possiamo dirlo ormai che siamo verso i 30 tanto siamo signore solo quando si parla di non menare qualcuno), avevano già il talamo setato (intendiamo il letto nuziale non la parte del cervello, anche se probabilmente concide, non sottovalutare la linguistica), la parannanza e il cucchiarello di legno in mano. avevano già delle lauree e chi non lavorava avevi figli e chi aveva figli non lavorava. ora, sebbene questa sia una tautologia non ci sembra azzardato dire che questa generazione qua, la nostra, è la generazione degli incontentabili, dei nati stanchi degli inguaribili di quelli che se ne stanno sempre a guardare l'orizzonte e a rincorrere gli arcobaleni, per poi dire "ma il romanticismo puzza". abbiamo già cercato di dire che oltre ad essere disillusi siamo anche, come se non bastasse, pieni di speranze, il che se ci pensate bene non è che sia come fare sesso con Chistian Bale, non una fortuna nzomma. ma parlando di questo l'inschiostro è stato sprecato e la carta imbrattata fin troppo.parliamo di roba materiale piuttosto, di frivolezza di leggerrezze (c'è solo una r, ma rende più l'idea) di quelle cose che fai senza pensare e che invece di pentirtene il giorno dopo sotto sotto ridi sotto sotto i baffi baffi. ad esempio quel giorno di inizio 2012 in cui nonstante la febbre nonstante l'afonia dovuta alle troppe sigarette e alla probabile polmonite che abbiamo fatto di tutto per procurarci a capodanno, nonstante la crisi nonstante di guadagni 700 euro al mese, siamo usciti e siamo andati al centro commerciale e ci siamo comprati delle babbucce che fanno il massaggio plantare e la ps3, perchè infondo abbiamo detto che siamo ancora giovani e che possiamo permettercelo visto che quei giorni non siamo usciti a bere. come quel giorno di fine anno in cui abbiamo detto "quando ci arriva lo stipendio mi tatuo tutta la schiena". come quando la vecchietta sotto casa, non le vecchiette tenere, ha detto al nostro cane "la tua cacca puzza" e noi gli abbiamo risposto, a nome di tutti i cani del mondo, anche la sua. come quell'estate in cui abbiamo promesso amore eterno sotto Cassiopea ad un ragazzo che oltre ad un nome aveva anche una moto. come, a proposito di moto, quando faremo il famosissimo viaggio in scozia ed incontreremo solo personaggi come Desdmond e berremo del vero whisky. come quella volta che abiamo mangiato un cucchiaino di salsa piccante cinese solo per dimostrare che non ci si muore. come quando abbiamo pianto a dirotto quando quella fottutissima orchestra in titanic stava affogando e il direttore continuava a dire "continuate a suonare". come quando una sera a ballare con gli amici è scattata mylast my frist my everything e noi a gomiti spalancati per farci largo fra la folla abbiamo iniziato a scacciare dio dalla nostra mente per far posto a barry white. come quel giorno che mai più scorderemo in cui si è detto "o la va o la spacca" ed abbiamo iniziato a fare tutto quello che ci passava il chiccherone. tutto questo era solo per dire, che va bene avere 30anni ed essere dei miscredenti, va bene anche non vedere un futuro proprio chiarissimo davanti a sè, va anche bene non avere famiglia o che, ma c'è una cosa che noi abbiamo guadagnato dalle nostre generazione, che fra l'altro è una cosa di cui manco tanto in fondo andiamo fieri: siamo liberi, ad oggi, siamo frivoli e spensierati. possiamo dire di essere spontanei la maggior parte della nostra vita, ed anche se sotto un ponte, questa sarà la nostra ancora di salvezza, perchè ci saremo divertiti e ne sarà sempre valsa la pena.
fuckyoulove.

martedì 3 gennaio 2012

parola ai cattolici (questo post potrebbe infastidirvi)

escudendo le definizioni prettamente letterarie c'è una netta differenza spirituale fra un cattolico e un cristiano. il cristiano (prendete come esempio altissimo Pietro del Morrone o Francesco D'assisi) è un'uomo che rinuncia a tutta la sua vita solo per potersi avvicinare spiritualmente a Dio, non dice mai cosa si deve fare o non fare ma cerca con la sua vita di essere di esempio; se ne va in giro senza scarpe sotto la pioggia o freddo pungente e si leva le vesti per donarle a chi ne ha più bisogno. quest'oggi , come allora, se non sai che è cristiano potresti scambiarlo tranquillamente per un barbone che non chiede carità ma quel poco che ha la dà via come se a lui non importasse, primo esempio di cristiano al mondo, non a caso è Gesù. il cattolico invece è (ed accettatemi questo tiratissimo chiasmo) l'uomo che se ne sta con il microfono davanti ad una piazza, che il giorno dopo fra l'altro sarà piena di preservativi usati, con indosso un vestito che sfamerebbe comunità ed una tiara che manco Enrico VIII o Caligola avrebbero avuto il coraggio di indossare, a dire cosa è giusto fare, cosa è sbagliato fare e perchè è meglio il paradiso dell'inferno. scusate la blasfemia, ma permetteteci di non ignorare l'iprocrisia da qui in poi. ci sono 10 comandamentiche devi rispettare e 7 peccati da cui devi guardarti per essere definito un buon cattolico ( e attenzione che abbiamo detto cattolico), il cristiano invece deve solo fare la carità, porgere l'altra guancia, fare voto di silenzio e male che va chiacchierare con gli animali. e ti credo perchè se ti comporti bene sarai un santo ma nella vita probabilmente morirai ucciso da un papa (Vedere Celestino V, secondo alcune voci ucciso da Bonifacio VIII). mentre se vuoi esser eun cattolico, ricco pieno di zaffiri e con oltre 3000 proprietà solo a Roma tutte tue allora, anche giustamente, la strada è ancora più diffcile. sentite qua:
-non avrai alcun Dio all'infuori di me (come minimo)
-non nominare il nome di Dio invano (giusto)
-ricordati di santificare le feste (perchè se te lo scordi, un giorno chessò hai la febbre a natale, addio paradiso)
-onora il padre e la madre (comandamento sacro-santo)
-non uccidere (anche perchè sennò non solo non verrai in paradiso ma starai una merda in galera anche liggiù)
-non commettere atti impuri (e se proprio lo devi fare segui il comandamento n.2 durante l'orgasmo)
-non rubare (...)
-non dire falsa testimonianza (...)
-non deiderare la donna d'altri (accetto il maschilismo e godo dell'uomo altrui, menomale che l'omosessualità era un reato per voialtri, in realtà è solo un'escamotage)
-non deiderare la roba altrui (ma manco ce devi pensà).
una volta fatto questo devi desistere anche da : LA GOLA ,infatti sono tutti ipotiroidei i cattolici, se li vedi grassi sono solo problemi di salute., L'IRA , mai acciderbolina, per dindirindinaccio mannaggia ai pescetti, dico mai. INVIDIA, Freud avrebbe di che dire...ACCIDIA, certo dovete svegliarvi la mattina e fare sport, giocare a tennis o che so, mai starsene in panciolle per quanto queste siano d'oro. AVARIZIA ahahahahahahah SUPERBIA, perchè infatti non ci sono specchi nelle grandi case austere, nessuno si guarda mai allo specchio, nessuno eccede di arroganza o pensa sempre di aver ragione, na, ma ch epensate? LUSSURIA, e qui potremmo dilungarci fin troppo, ma la malignità non è neanch epresa in considerazione fra i peccati capitali e quindi io non posso dire niente perchè non ho nè l'albizione ne la volontà di diventare un buon cattolico, semmai un buon cristiano, quindi Amen.
dopo tutto ciò, ecco sei quasi arrivato al traguardo, devi solo tanto pregare e la vita ti sorriderà, sempre se ovviamente riuscirai ancora a sorridergli alla vita...
p.s. sapete che nel medioevo la tristezza era considerato un vizio capitale? secondo voi perchè l'hanno levato?'