questa moda del "siamo" in realtà è un poco velato tentativo di suscitare interessi stilando liste autoanalizzanti su noi stessi, su quello che ci diverte, su quello ch ci ha divertito e su quello che ci divertirà. generazioni passate alla nostra età (possiamo dirlo ormai che siamo verso i 30 tanto siamo signore solo quando si parla di non menare qualcuno), avevano già il talamo setato (intendiamo il letto nuziale non la parte del cervello, anche se probabilmente concide, non sottovalutare la linguistica), la parannanza e il cucchiarello di legno in mano. avevano già delle lauree e chi non lavorava avevi figli e chi aveva figli non lavorava. ora, sebbene questa sia una tautologia non ci sembra azzardato dire che questa generazione qua, la nostra, è la generazione degli incontentabili, dei nati stanchi degli inguaribili di quelli che se ne stanno sempre a guardare l'orizzonte e a rincorrere gli arcobaleni, per poi dire "ma il romanticismo puzza". abbiamo già cercato di dire che oltre ad essere disillusi siamo anche, come se non bastasse, pieni di speranze, il che se ci pensate bene non è che sia come fare sesso con Chistian Bale, non una fortuna nzomma. ma parlando di questo l'inschiostro è stato sprecato e la carta imbrattata fin troppo.parliamo di roba materiale piuttosto, di frivolezza di leggerrezze (c'è solo una r, ma rende più l'idea) di quelle cose che fai senza pensare e che invece di pentirtene il giorno dopo sotto sotto ridi sotto sotto i baffi baffi. ad esempio quel giorno di inizio 2012 in cui nonstante la febbre nonstante l'afonia dovuta alle troppe sigarette e alla probabile polmonite che abbiamo fatto di tutto per procurarci a capodanno, nonstante la crisi nonstante di guadagni 700 euro al mese, siamo usciti e siamo andati al centro commerciale e ci siamo comprati delle babbucce che fanno il massaggio plantare e la ps3, perchè infondo abbiamo detto che siamo ancora giovani e che possiamo permettercelo visto che quei giorni non siamo usciti a bere. come quel giorno di fine anno in cui abbiamo detto "quando ci arriva lo stipendio mi tatuo tutta la schiena". come quando la vecchietta sotto casa, non le vecchiette tenere, ha detto al nostro cane "la tua cacca puzza" e noi gli abbiamo risposto, a nome di tutti i cani del mondo, anche la sua. come quell'estate in cui abbiamo promesso amore eterno sotto Cassiopea ad un ragazzo che oltre ad un nome aveva anche una moto. come, a proposito di moto, quando faremo il famosissimo viaggio in scozia ed incontreremo solo personaggi come Desdmond e berremo del vero whisky. come quella volta che abiamo mangiato un cucchiaino di salsa piccante cinese solo per dimostrare che non ci si muore. come quando abbiamo pianto a dirotto quando quella fottutissima orchestra in titanic stava affogando e il direttore continuava a dire "continuate a suonare". come quando una sera a ballare con gli amici è scattata mylast my frist my everything e noi a gomiti spalancati per farci largo fra la folla abbiamo iniziato a scacciare dio dalla nostra mente per far posto a barry white. come quel giorno che mai più scorderemo in cui si è detto "o la va o la spacca" ed abbiamo iniziato a fare tutto quello che ci passava il chiccherone. tutto questo era solo per dire, che va bene avere 30anni ed essere dei miscredenti, va bene anche non vedere un futuro proprio chiarissimo davanti a sè, va anche bene non avere famiglia o che, ma c'è una cosa che noi abbiamo guadagnato dalle nostre generazione, che fra l'altro è una cosa di cui manco tanto in fondo andiamo fieri: siamo liberi, ad oggi, siamo frivoli e spensierati. possiamo dire di essere spontanei la maggior parte della nostra vita, ed anche se sotto un ponte, questa sarà la nostra ancora di salvezza, perchè ci saremo divertiti e ne sarà sempre valsa la pena.
fuckyoulove.

foto di elenjana
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