2012
Ho pensato svariate volte che tutto potesse scorrere
senza conseguenze. Che ogni mia azione potesse esser presa come tale senza
giudizi, e di ciò ho respirato, perché quando respiravo così mi sembrava. Sono stata
sorprendentemente ingenua. Ignara. ho sentito la mancanza di mio nonno, perché lui mi amava. Sopra ogni altra cosa. Vedeva sopra la mia frangetta, sopra il mio alcolismo, sopra la mia indiscrezione, sopra la mia inadeguatezza come nessuno aveva mai fatto prima, e neanche dopo, e mi diceva “vai, ovunque tu voglia perché vai bene già così”. Cercherò ogni volta in mio possesso di darti il mio amore, perché solo dio sa quanto mi manchi e quanto io ti abbia amato.
ho bevuto il Whisky facendo finta di capirne, facendo finta di volerlo. La realtà è che volevo bere ed ho solo trovato un modo raffinato e borghese per farlo. Però quanto mi piace. Ogni volta che bevo Whisky, ogni volta che lo assaporo mi immagino in un pub in scozia o in Irlanda pieno di Rosci a farneticare sulla sua presunta qualità. L’immaginazione può rendermi irresistibilmente affascinante. L’immaginazione può rendermi irresistibilmente sognatrice.
ho avuto un pugnale sul cuore. Stava lì e mi ha reso inerme. Destabilizzata. Completamente senza bussola. Eppure mi sono fatta forza. Non mi sono mai dimostrata debole, perché mi fa schifo. Mi sentivo vuota, senza senso. Sono arrivata ad ascoltare Jon Bon Jovi piangendo a casa da sola, ma questo nessuno lo sa. Perché sono brava. Perché pesare sugli altri mi ha sempre dato fastidio. Perché piangere senza di lui non aveva senso. Perché lui solo mi aveva visto piangere quindi non ne ero più in grado senza lui. Mi piaceva pure non esserne in grado perché ero io quella che non piangeva.
ho avuto paura, paura per la prima volta quando l’ho rivisto, perché istintivamente ho pensato che avrei dovuto tornare ad essere debole. Ma è bastato un sorriso.
ho temuto.
ho deciso di non esserlo più.
ho sempre saputo che per amore morirei. E sono un idiota. perché sono ancora viva, quando tempo fa pensavo di morire. E tutte quelle canzoni che pensavo di scrivere non le ho scritte.
ho sempre creduto fermamente nella forza dell’amicizia. Che quando ne hai bisogno c’è sempre qualcuno che ti ascolta. Ma non è così. Perché sono indiscreta, perché voglio fare la forte, perché niente mi distrugge. Perché le mie debolezze sono fin troppo in fin di vita per rendersi forti davanti agli altri e confessarsi. Perché magari quando ascolto Jon Bon Jovi nessuno mi chiama. E mi bevo una birra. Ne bevo due e scrivo.
ho detto che scopare mi interessa. In realtà voglio te, che mi accarezzi la testa, che mi dici che sono bella, che vuoi solo me e che quelle belle non ti fanno ridere quanto me. Che il fascino per te è tutto, è che mi ami. E che sono affascinante anche quando dico che il fascino è sopravvalutato e che dovresti scoparti le belle.
ho detto in tutto quest’anno che volevo scrivere. Ed ho scritto 12 romanzi. Incompiuti. Perché se fossero compiuti probabilmente non saprei cosa dire.
ho ascoltato la gente disperata quando dentro di me la disperazione dilagava.
ho dato consiglio che io stessa non avrei seguito.
ho bevuto come se non ci fosse un domani.
ho ragionato ogni singolo giorno come se la vita fosse solo una parola da trovare su un dizionario.
mi sono innamorata di te. Di nuovo. Pensa che mancanza di fantasia che posseggo.
mi sono innamorata un altro paio di volte, gli ho dato importanza, in quel momento.
e poi boh.
ho cercato malamente di tirare le somme di questo anno ed ho riscontrato solo parole. forse troppe.
e l’unica cosa che rimpiango è di aver avuto l’indecenza di piangere solo sotto le note di Jon Bon Jovi. Non so perché. Ma questo fa di me la più ingannevole musicalmente commerciale sfigata della storia. ma alla fine sono anche consapevole che queste sono solo parole. Quindi posso dire il cazzo che mi pare. Sono le 6.47 del primo giorno dell’anno. E mi trovo qui a dire che questa cosa non si ha da fare. Eppure la faccio. Ma tanto chi cazzo mi legge? Se siete arrivati fino a qui tornate indietro e bevete quel che resta del vostro cocktail, perché così si fa, così si beve, senza propositi. Essere migliori? Ah. È del tutto sopravvalutato. Convivere con quello che si è è in assoluto la cosa più difficile che esiste. Qui lo dico e qui lo nego. Se c’è una cosa che amo è il mio odio verso me stessa. Amen.
